CARIATI PRESENTE ALLE OLIMPIADI DI ATENE IN UNA MOSTRA ARCHEOLOGICA SULL’ATLETISMO IN MAGNA GRECIA E IN SICILIA

La mostra si svolse da giugno ad ottobre 2004 al Museo ateniese dell’Arte cicladica ed aveva come tema : MAGNA GRECIA : ATLETICA E SPIRITO OLIMPICO NELLA PERIFERIA DEL MONDO GRECO. ITALIA MERIDIONALE E SICILIA. Il Museo della Sibaritide partecipò all’ evento, inviando ad Atene l’anfora apula a figure rosse trovata nella tomba brezia di Cariati (IV sec. a.C.)e la tabella bronzea dell’olimpionico Kleombrotos (VI sec.a.C.) trovata a Francavilla Marittima (CS)

 di Franco LIGUORI, storico

 Il nome di Cariati è legato alla storia delle Olimpiadi moderne non soltanto per il passaggio della fiaccola olimpica nella XVII edizione del 1960 (Roma), di cui abbiamo dato notizia in un recente articolo, che ha destato tanta curiosità e compiacimento fra i lettori delle news di cariatinet.it , ma anche in un’altra edizione dei prestigiosi Giochi internazionali, più recente: la XXVIII, svoltasi ad Atene nell’agosto 2004, suscitatrice anch’essa di forti emozioni  e di altrettanto suggestivi scenari come quella di Roma . Si può affermare decisamente che al grande appuntamento sportivo e culturale, internazionale, di Atene 2004, fu presente anche il nostro territorio (Cariati compresa),  la Sibaritide, con la sua storia ricca di miti e di luoghi che ancora oggi attirano visitatori d’ogni parte del mondo, il sito di Sybaris in primo luogo, che si sta cercando ultimamente di far riconoscere dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”. Il Comitato dei Giochi Olimpici di Atene 2004, insieme al Museo dell’Arte Cicladica della capitale greca ebbe ad organizzare, con grande successo, in coincidenza dello svolgimento della XXVIII edizione dei Giochi Olimpici (estate 2004) un’importante mostra archeologica sul tema dei Giochi olimpici e dello sport nell’antichità, dal titolo : Magna Grecia : atletica e spirito olimpico nella periferia del mondo greco. Italia meridionale e Sicilia. Vi presero parte numerosi musei del Mezzogiorno d’Italia e della Sicilia, tra cui anche il nostro Museo Nazionale della Sibaritide, con sede a Sibari, dove è esposto, tra l’altro, anche il prezioso corredo della Tomba brezia di Cariati, in una delle vetrine più ammirate dai visitatori. Fu quella una grande occasione per i nostri musei per esporre in una vetrina internazionale i reperti più belli e più significativi in tema di atletismo ed Olimpiadi del mondo antico. Il Museo della Sibaritide era retto in quegli anni dalla compianta direttrice Silvana Luppino, che, tra l’altro, era stata, insieme a Pier Giovanni Guzzo, tra i primi studiosi della tomba brezia di Cariati, venuta alla luce in località Salto nel 1979. Fu proprio lei, allorquando decise di far partecipare il Museo di Sibari alla Mostra ateniese del 2004, a scegliere i reperti più significativi sul tema dell’atletismo, che furono due: la tabella bronzea iscritta con dedica ad Athena dell’olimpionico sibarita Kleòmbrotos (VI sec.a.C.) da Francavilla Marittima (CS) e la bella anfora apula a figure rosse da Cariati, facente parte del corredo di accompagno della Tomba brezia  (330 a.C.), scoperta in loc. Salto nel 1979.La tabella bronzea (dimensioni: cm 24×12) con dedica ad Athena dell’olimpionico Kleòmbrotos, risalente agli inizi del VI sec. a.C. è stata rinvenuta a Francavilla Marittima, paese poco distante da Sibari, in località Timpone della Motta, dove sono emersi, nel corso di una campagna di scavi (1963), i resti di un santuario dedicato alla dea Athena, e reca la seguente iscrizione: “Kleòmbrotos, figlio di Dexilawos dedicò, avendo vinto ad Olimpia la gara degli uguali per altezza e corporatura, dopo aver promesso in voto ad Olimpia la decima parte dei premi ottenuti per la vittoria”.  Il testo dell’iscrizione lascia intendere che l’atleta sibarita ha fatto la dedica, si è misurato nel pugilato o nella lotta, ed ha offerto la decima parte del premio conseguito alla divinità del santuario.

L’atleta raffigurato sul corpo dell’anfora trovata nella tomba brezia

Il secondo reperto mandato dal Museo della Sibaritide alla Mostra archeologica ateniese nell’anno olimpico 2004 è stato – come abbiamo detto sopra-  l’anfora apula a figure rosse facente parte del corredo della tomba brezia di Cariati, ed attualmente esposta in una delle vetrine più ammirate dai turisti che visitano il museo stesso. La vetrina, che è denominata “Cariati, loc.Salto”, contiene l’intero corredo tombale del guerriero brezio sepolto  sulla collina del Salto: la corazza anatomica in bronzo, una spada falcata in ferro, l’elmo, i cinturoni, un recipiente per bere in argento, una brocca ovoide sovradipinta, un cratere a campana in ceramica, ed altri pezzi ancora. L’anfora apula a figure rosse mandata ad Atene è senz’altro il “pezzo” più importante. E’ integra ed ha un’altezza di 91 centimetri circa. Sul corpo dell’anfora, su tutti i lati, vi sono scene figurate. C’è, tra l’altro, una figura maschile barbata, seduta su sgabello, e difronte a lui una figura giovanile in piedi, appoggiata ad una canna, con le gambe incrociate. Il giovane è un “atleta” ed è raffigurato nudo, mentre tiene nella mano sinistra lo “strigile” (raschiatoio in bronzo con cui gli atleti detergevano il corpo dal sudore ). L’anfora trovata nella  tomba brezia di Cariati, quindi, rappresenta, tra l’altro, una significativa attestazione della pratica sportiva nell’antichità; ed è per questo che fu scelta come reperto da inviare alla Mostra ateniese sull’atletismo e lo spirito olimpico nel 2004.Alla suddetta mostra presero parte, con l’invio di altri reperti, anche i musei calabresi di Crotone, di Locri, di Reggio, di Vibo Valentia. Da quella storica Mostra, in cui fu presente anche la nostra Cariati, venne divulgato ai visitatori di tutto il mondo, presenti ad Atene nel 2004, il dato storico che il Meridione d’Italia e la Sicilia appartengono culturalmente , a pieno titolo, alla civiltà del mondo greco e sono parte sostanziale della grande storia dei Giochi Olimpici dell’antichità. Crotone fu la città della Magna Grecia che maggiormente si distinse nell’atletica ed ebbe moltissimi vincitori ad Olimpia.

Urge curare e valorizzare il sito della Tomba brezia

Cogliamo questa occasione per ricordare  ancora una volta a chi ne è responsabile, l’amministrazione comunale in primis,  che la nostra  Cariati dovrebbe riservare un po’ di cura e di attenzione al sito della Tomba brezia, che versa sempre in uno sconcertante stato di degrado e di abbandono, e manca di una strada d’accesso degna di questo nome, nonostante l’importanza storico-culturale, oltre che la valenza turistica, che esso riveste per la nostra comunità e per tutto il territorio. Sarebbe opportuno, d’altra parte, a nostro avviso, che anche il Museo di Palazzo Chiriaci, pur non essendo di carattere archeologico, riservasse un piccolo spazio espositivo, sia pure attrezzato soltanto con pannelli didattici, in cui siano illustrate le evidenze archeologiche del territorio cariatese. La tomba brezia di Cariati è importante non solo per la sua imponenza e monumentalità architettonica, ma anche perché rappresenta uno dei pochi casi scientificamente noti di monumenti funerari appartenenti ad individui della classe dominante del popolo dei Brettii, dopo che questi si staccarono dai Lucani e si costituirono in una confederazione politica autonoma, con capitale Cosenza (356 a.C.). E’ veramente un “delitto” lasciare che una testimonianza archeologica e storica di tale rilevanza sia lasciata nell’abbandono e nel degrado ! Senza tener conto della bellezza paesaggistica del sito, così bene descritta da una giornalista cosentina (Silvana Amendola) che ebbe a visitarlo nel lontano 1985 : “ Il panorama che da lassù si gode è stupendo. E’ indescrivibile l’emozione che, come una macchina del tempo, ti riporta in un attimo indietro di millenni, e senti queste pietre che ti parlano, e vorresti che ti raccontassero tutto della tomba e del suo guerriero che nella sua armatura di bronzo per tanto tempo essa ha ospitato, custodito e protetto, insieme al suo corredo funerario”.

 

Per saperne di più

  1. Liguori- “Cariati archeologica”, in “Cariati, la formidabile rocca dei Ruffo e degli Spinelli”, Edizioni Kariatis, 2013

A.Taliano Grasso, “Il parco archeologico di Cariati e Terravecchia”, Edizioni TS, 2005

 

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