Cariati: dov’è il progetto? Adesso Basta!

Scurdámmoce ‘o passato”? Può essere anche un bene, purché si riaprano gli occhi e ci si guardi bene intorno . . .

Sono anni che lo scrivo. Qualcuno, a giusta ragione, si sarà pure annoiato di leggermi. Gli chiedo umilmente scusa! 

L’amico, ribadisco l’amico, Direttore di cariatiNet.it, Cataldo Formaro, non ha mai limitato le mie riflessioni. A ragione delle quali ho accesso libero al sito web, come in questo momento. 

Tanti altri amici nel frattempo hanno conosciuto Cariati di persona, miei ospiti, e attraverso le mie considerazioni. E se ne sono letteralmente innamorati. 

Si sono appassionati alle sue vicende politico/amministrative e apprezzato il suo inestimabile valore paesaggistico, culturale e storico. 

In privato, ne sono davvero tanti, mi scrivono per chiedermi perché Cariati non riesce ad avere una normale vita politica, che offra serie garanzie per una costruzione di un progetto concreto di rilancio, da qui a dieci anni.

Ho creduto nella svolta, e ammetto di aver sostenuto le due amministrazioni Greco, ma adesso muovo nei suoi confronti più di una critica.

Silenzi, troppi silenzi. Non si sono costruite le basi solide per un percorso lineare, dando una visione a medio/lungo termine. Troppa improvvisazione e frantumazione. Manca un filo logico che tiene insieme le iniziative. 

Tengo bene a sottolineare che non sono affatto le vicende giudiziarie che hanno interessato, e interessano, il Sindaco Greco a generare un clima poco armonioso e fattivo. 

Anche quando c’erano le giuste e auspicate condizioni per imbastire un progetto affidabile non si é riusciti ad avanzarlo, coinvolgendo, innanzitutto, i cariatesi, che sono i protagonisti attorno ai quali deve ruotare il cambiamento. Qualcuno questo l’ha dimenticato! Sono loro il motore principale che va coinvolto e oleato. 

In questi anni non si é aperto un dialogo vero e interattivo con la cittadinanza. Non si sono abbattute le mura degli oppositori, invitandoli a dare il loro contributo alla causa comune, cioè il bene di Cariati. A creare un clima collaborativo nel rispetto delle proprie idee. Troppa e inaudita supponenza. 

Gli ultimi episodi in ordine di tempo, quelli per fortuna dello scampato pericolo della doppia alluvione in meno di sei mesi in Via Santa Maria, non può farmi restare indifferente. Si é rischiato la vita di residenti e automobilisti. Nulla si è fatto. 

Cariati merita un governo stabile e duraturo. Non intermittente. Non si può buttare a mare con tanto menefreghismo il patrimonio che caratterizza la perla del basso ionio cosentino. 

Serve un progetto con obiettivi precisi a breve, medio e lungo termine. Un disegno in grado di far crescere Cariati, di trasformare le sue potenzialità in fatti concreti. 

Le poche risorse finanziarie a disposizione devono diventare il giusto volano per il rilancio. Non il limite a fare. 

Costruendo, altresì, una serie di relazioni a livello provinciale, regionale e perché no europeo. Il prossimo quadro di programmazione delle risorse comunitarie vedranno una corsia preferenziale per i piccoli Comuni. 

È lì che bisogna battere il chiodo per farsi valere, avendo nel contempo le idee chiare su cosa pianificare. Non farsi cogliere impreparati. 

La mia non è una preghiera, ma la dignitosa e consapevole rivendicazione di una comunità, quella cariatese cui sono orgoglioso di appartenere, che ha il diritto di essere una cittadina uguale a tante altre. 

Se si é rimasti,ahimè, indietro: è scoccata l’ora di rimboccarci tutti le maniche. Dunque, auguriamoci che Cariati e i cariatesi abbiano imparato la lezione del dividersi.

“Scurdámmoce ‘o passato”? Può essere anche un bene, purché si riaprano gli occhi e ci si guardi bene intorno . . . 

Nicola Campoli

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