Caloveto, il Senatore Ernesto Rapani (FdI) ed i Piccoli Comuni

Il Senatore Ernesto Rapani (FdI), ha tenuto un incontro a Caloveto (sembra essere il primo “fuori porta” del Senatore nel paese dei monaci acemeti), annunciando “un’iniziativa innovativa” per contrastare lo spopolamento dei centri storici in Italia.

Tuttavia, l’annuncio (poco innovativo!) è arrivato con qualche (è un eufemismo!) anno di ritardo e in un momento politicamente “clou”, visto che il Comune di Caloveto è prossimo alle elezioni amministrative di giugno per il rinnovo del consiglio comunale.

Il “nuntio vobis” del Senatore, oltre che datato ha il profumo della “captatio bevevolentiae”: una mossa politica intesa, forse, a guadagnare consenso in vista delle imminenti elezioni europee del 2024.

Ma andiamo al cuore della questione: il disegno di legge proposto dal Senatore Gianni Rosa (FdI), condiviso anche dal Senatore Rapani, sembra essere un clone della legge n. 158 del 6 ottobre 2017, intitolata “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni”, già approvata da Palazzo Madama nel 2017!

Il decreto del presidente del consiglio dei ministri, in data 23 luglio 2021, elenca i piccoli comuni che rientrano nelle tipologie previste dalla legge del 2017: anche Caloveto ne fa parte! Non conosciamo, però, se lo stesso Ente comunale ha presentato, nei termini, alcun elaborato in merito!

Tuttavia, l’esternazione “calovetese” del Senatore Rapani, ci “abilita” ad una naturale riflessione sulla tempistica dell’approvazione di una legge tanto importante per la salvaguardia di una parte fondamentale del Paese. È incredibile che ci siano voluti sedici anni dall’iniziativa del deputato Ermete Realacci nel 2001 per arrivare all’approvazione di una normativa che mira a sostenere i comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti!

Dopo un lungo iter legislativo, con l’emanazione del bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si apre la fase di erogazione dei fondi per il Piano nazionale di riqualificazione di questi enti.

Il bando mira a sostenere lo sviluppo sostenibile e l’equilibrio demografico, favorendo la residenza nei comuni coinvolti, e a tutelare e valorizzare il patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, al fine di contrastare lo spopolamento.

L’importo massimo del finanziamento per ciascun progetto è di 700mila euro se presentato singolarmente dal comune o moltiplicato per il numero di comuni facenti parte di una convenzione o unione, come previsto.

In conclusione, se da un lato è positivo che finalmente si stia prendendo seriamente in considerazione il problema dello spopolamento dei centri storici, dall’altro resta il rimpianto per il tempo perso e la consapevolezza che molto lavoro dovrà ancora essere fatto per invertire questa tendenza e preservare le nostre preziose radici storico-culturali.

Intanto, alla mezzanotte del 15 novembre 2023, si è conclusa la FASE 2 del “Bando piccoli Comuni” in cui gli Enti accreditati hanno presentato le domande di inserimento dei progetti nel “Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni”.

Il totale dei progetti presentati ammonta, ad un primo conteggio, a 2638 e si riferisce a 3359 Comuni (60,9% dei Comuni ammessi).

Iniziata la Fase di verifica dei progetti, la stessa si concluderà con l’adozione della graduatoria finale tramite DPCM.

Antonio Loiacono

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