Caccia alla buca delle lettere … che se ne va! L’Italia dice addio … alle vecchie cassette rosse!

Sarebbe molto carino andare a cercare le ultime rimaste

Non so quali siano i vostri ricordi sulla buca delle lettere postali, ma fate presto a fermarli nella vostra mente. Io ne ho due in particolare che presto vi svelerò. Nel frattempo, segnalo che le mitiche cassette rosse scompariranno lungo strade, piazze e slarghi della nostra penisola. Sparisce così un reperto storico, che fa parte della magia del nostro passato.

La vecchia cassetta rosso fuoco verrà sostituita dalla smart letter box, che è una cassetta intelligente con un sensore per consentire al portalettere di sapere se lì dentro c’è o meno corrispondenza. Nel 2023 ne saranno eliminate circa 20.000, passando quindi dalle attuali 32.295 alle 17.775. Le attuali con due feritoie sono state allestite nel 1961. La prima della nuova generazione fu istallata addirittura a Napoli l’8 aprile.

Sarebbe molto carino andare a cercare le ultime rimaste. Una vera caccia al tesoro che ho appena iniziato stamattina da quella che, per fortuna, ancora resiste in piazza Vanvitelli al Vomero. Dalla ricerca, mi raccomando, sono escluse quelle che sono dinanzi agli uffici postali. Postazioni che sembrano ancora obbligatorie.

Ecco i miei due ricordi. Il primo risale agli anni settanta. Una cassetta rossa che fece la comparsa nel mio viale a Baia Verde a Castelvolturno, dove trascorrevo le mie estati. Divenne ricettacolo di tutto un po’. Compreso delle lucertole e rane uccise nei modi più efferati. Ma anche per un uso più normale, come quello dell’invio delle vecchie cartoline che era un modo semplice per ricordarsi di un amico.

L’altro, alla fine degli anni ottanta, riguarda le mie prime note che inviavo per iscritto alla rubrica lettere de Il Mattino. Con quelle, scritte rigorosamente a penna su fogli di fortuna, affidavo alla società i miei generosi sogni da adolescente. Il mondo è cambiato, ma i ricordi restano. Sono un patrimonio che va alimentato e trasferito alle nuove generazioni, giustamente prese da tutt’altro, più che da una vecchia buca da lettere che presto lascerà il suo posto.
Nicola Campoli

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