Gravi le ipotesi accusatorie, dal disastro ambientale al procurato allarme
L’azienda si riserva di costituirsi in giudizio in difesa e a tutela della onorabilità di chi vi opera
Scala Coeli, 23 aprile 2018
La Bieco – società proprietaria della discarica Pipino di Scala Coeli – segue i dettami della legge, presenta progetti conformi alle normative vigenti, rispettando l’ambiente. La macchina del fango riparte e vede i soliti protagonisti al centro di battaglie fondate sul nulla, generate da una ben definita cabina di regia, composta da soggetti in conflitto per mera speculazione personale e alla ricerca di visibilità a tutti i costi.
Il progetto presentato dalla Bieco non è affatto pericoloso, non determina alcun rischio per le colture, prevede le opere necessarie per una totale sicurezza, senza compromettere o alterare la bellezza del fiume Nicà e la qualità del suo ecosistema. L’aspetto grave è che implicitamente si sta accusando l’azienda della commissione di un reato, in questo caso configurabile nel disastro ambientale sulla base di un sistema accusatorio fasullo, incentrato sul sospetto, sui condizionali, sui “ma” e sui “se”. Ciò, in uno stato di diritto, non può essere né accettato, né tollerato. Si può essere favorevoli o contrari alla realizzazione di discariche ma supporre inquinamento e devastazioni all’economia del territorio, senza uno straccio di studio scientifico, equivale ad approssimazione, sciatteria, superficialità. Tutto questo comporta gravi danni all’immagine dell’impresa, al decoro e alla onorabilità delle persone che vi operano.
L’azienda è pronta a costituirsi in giudizio come atto di autotutela e di garanzia contro chi si cimenta in comportamenti che, di fatto, sconfinano anche nel reato di procurato allarme. Non solo. Fuorviante, ingiuriosa e calunniosa si rivela la tesi secondo la quale si prospetta un “potere politico-malavitoso” attorno alla vicenda dei rifiuti. Tali gratuite affermazioni, destituite di ogni fondamento, meritano la giusta attenzione da parte delle autorità preposte chiamate a perseguire chi offende la reputazione di figure interne all’Azienda. Da più tempo è in atto una campagna mediatica protesa a diffondere false informazioni, che rischia di trarre in inganno chi dell’ambiente ha realmente rispetto e cura. È d’obbligo porre un freno a chi genera odio e acredine, i cui sentimenti possono sfociare talvolta in azioni degenerative, esponendo a rischio gli operatori dell’azienda Bieco. L’impresa ha redatto, grazie a professionisti qualificati, un progetto di ampliamento dell’impianto di discarica ritenuto pienamente ecocompatibile, che sarà visionato da esperti di settore che dovranno esprimere il loro parere. Tutta l’attività di gestione dell’impianto di discarica è costantemente e severamente monitorata dagli organi preposti con numerosi controlli.
Stupisce, e non poco, come Legambiente, strutturata e radicata su scala nazionale, godendo quindi dell’apporto di appositi esperti, possa assumere posizioni in assenza di studi approfonditi, abbandonandosi al “sentito dire” o celandosi dietro le supposizioni, venendo meno pertanto ai principi di responsabilità oggettiva e soggettiva.
Siamo in presenza di forme di radicalismo senza freni che trae linfa dal pregiudizio e dal populismo, basate spesso su errate interpretazioni tanto giuridiche quanto politiche.
La vera tutela dell’ambiente passa attraverso una corretta e sostenibile gestione dei rifiuti, altrimenti il rischio è quello che proprio i nostri fiumi diventino il luogo privilegiato per abbandoni incontrollati di materiale di ogni genere.
BIECO – UFFICIO COMUNICAZIONE
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