Non sono configurabili, anche in astratto, le ipotesi delittuose contestategli, non sussistendo elementi indiziari sufficienti ed idonei a far ritenere inesistenti le operazioni sottese ai diversi elementi oggetto degli accertamenti e delle indagini che avevano portato, lo 11 settembre scorso, al provvedimento di sequestro preventivo dei beni di sua proprietà (per un valore di 341.114,95 e non di oltre 600.000 euro come erroneamente riportato su diversi articoli di stampa). Con questa motivazione il Tribunale del Riesame di Cosenza Sezione Penale ha disposto nei giorni scorsi il dissequestro dei beni di Paolo PECORA, titolare dellomonimo AUTOCENTRO con sede a Mirto Crosia. Accolta la tesi difensiva del legale di PECORA, lAvv. Francesco COPPOLA di Rossano, la Guardia di Finanza Compagnia di Rossano ha dato esecuzione completa al provvedimento di dissequestro. Per il Tribunale della Libertà non sussistono i presupposti per la conferma del provvedimento impositivo del vincolo cautelare reale (sequestro), non potendosi configurare, allo stato, le ipotesi delittuose contestate. Le conclusioni formulate dalla Guardia di Finanza e fatte proprie dal Pubblico Ministero richiedente e dal GIP si legge tra laltro nel provvedimento di dissequestro si fondano su argomentazioni meramente deduttive e non già su rigorosi ed approfonditi accertamenti concreti; approfondimento che continua più avanti il Riesame, nel provvedimento sarebbe stato necessario anche alla luce degli accertamenti contabili incrociati già effettuati dallAgenzia delle Entrate e dai quali sarebbero emersi riscontri diversi da quelli dedotti. – (Fonte: MONTESANTO SAS Comunicazione & Lobbying)
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