
Elezioni comunali di primavera. E mentre gli altri, fra un incontro e laltro, alimentano la già incredibile confusione, ecco che tomo tomo, quatto quatto, direbbe il Principe Totò, lItalia del Meridione (IdM) mette il carico da undici ed annuncia: Abbiamo già pronta la lista, ovviamente cè da limare qualcosa in corso dopera, ed il programma.
Noi ci siamo, e siamo a disposizione di chiunque voglia confrontarsi seriamente sui temi reali che toccano la nostra gente. Tutte le altre astrazioni, i grandi propositi di grandezza, li lasciamo nel mondo dei sogni: noi stiamo, come la gente, coi piedi per terra e, piuttosto che al passato, il nostro pensiero è rivolto ad un futuro possibile da costruire assieme alle persone per bene, e sono La stragrande maggioranza, che ancora vivono quaggiù, nonostante tutto. Consentiteci una citazione di Shakespeare: “Il passato è un prologo”.
E così, acceso il calumet della pace, mentre gli avversari di ieri si accingono, in un fraterno abbraccio, a varcare il periglioso Rubicone, senza, peraltro, trarre il dado, e i tanti idealisti in cerca di poltrone sgomitano, lIdm archivia ogni esitazione. Resta unincognita: il candidato a sindaco. Ma se ben conosciamo i ragazzi di Orlandino Greco (fondatore dell’Idm) pare certo che a correre per la carica di primo cittadino sarà loutsider Nicola Filardo, giovane professionista assai apprezzato in città e reduce da una brillante affermazione personale quando si presentò alle regionali dello scorso anno. Proprio a Filardo, stretto in un riserbo rigoroso, riusciamo a strappare qualche confidenza: Non dobbiamo essere calvinisti, anche perché siamo tutti peccatori, ma ci sono delle conversioni che hanno l’ aria, più che del ravvedimento, di una domanda di assunzione.
C’era già uno che diceva: “Parigi val bene una messa”, ma ciascuno è disponibile a tutte le liturgie, tridui e novene, tranne, e si può capire, alla Via Crucis. Di certo, personaggi piccoli saranno chiamati a risolvere problemi grandi, ma perché la gente dovrebbe avere rispetto per i cosiddetti “rappresentanti del popolo” quando, per ottenere il loro voto, non è necessario comperarli, ma basta addirittura prenderli in affitto? Allora, qual è oggi il prezzo di una conversione al mercato del consenso? Ecco, noi aspiriamo a scardinare questo sistema con il coraggio dellonestà e della trasparenza, e siamo pronti a misurarci con chiunque, aborrendo ogni forma di ostracismo ed invitando chi è senza peccato a scagliare la prima pietra.
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