ALLARME OCCUPAZIONE: IL SUD ITALIA E LA CALABRIA RESTANO IN CODA ALL’EUROPA NEL 2023

Antonio Loiacono

La situazione occupazionale nel Sud Italia, ed in particolare in Calabria, è motivo di preoccupazione. Nel 2023, secondo i dati Eurostat, l’Italia meridionale si conferma ultima in Europa per tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni, che misura la percentuale di persone occupate rispetto alla popolazione complessiva di quella fascia d’età. A livello europeo, il tasso medio di occupazione ha raggiunto il 75,3%, in crescita rispetto al 2022. Tuttavia, nelle regioni italiane del Sud si osservano livelli decisamente inferiori.

In Calabria, insieme a Campania e Sicilia, meno della metà della popolazione in età lavorativa risulta occupata: Calabria e Campania registrano un tasso del 48,4%, mentre in Sicilia il tasso è al 48,7%. Questa situazione evidenzia profonde difficoltà strutturali in queste aree, caratterizzate da limitate opportunità lavorative ed una cronica mancanza di infrastrutture ed investimenti che possano incentivare lo sviluppo economico e l’occupazione.

L’Italia emerge inoltre come il paese con le maggiori disparità regionali per quanto riguarda l’occupazione, con un coefficiente di variazione del 16,3%, seguita dal Belgio (8,5%) e dalla Romania (7,7%). Questa disparità interna è confermata dal divario occupazionale tra le regioni settentrionali e quelle meridionali: in cima alla classifica nazionale si trova la Valle d’Aosta, con un tasso di occupazione del 77,3%, seguita dall’Emilia-Romagna (75,9%) e dal Veneto (75,7%). Al contrario, nelle regioni del Sud come Molise, Sardegna, Basilicata e Puglia i tassi di occupazione restano significativamente più bassi, attestandosi rispettivamente al 60,9%, 59,9%, 59,1% e 54,7%.

Questa situazione pone interrogativi sul futuro del Sud Italia, evidenziando la necessità di interventi politici mirati, incentivi per lo sviluppo di infrastrutture e programmi specifici per aumentare l’occupazione e ridurre le disparità territoriali.

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