A Montegiordano, una chiesetta, seppure sconsacrata,stava per essere smontata pezzo per pezzo, ed imbarcata su una nave per traghettarla oltreoceano.

Una chiesetta, seppure sconsacrata e non più idonea al culto, resta sempre legata alle radici storiche del territorio, a maggior ragione se la struttura è di epoca medievale ed è stata realizzata in stile napoleonico. L’aspetto sorprendente della chiesetta del Carmine, eretta in contrada Farinella di Montegiordano, è che era destinata ad essere smontata pezzo per pezzo, imbarcata su una nave e traghettata oltreoceano per essere esposta, dopo la ricostruzione, al MoMa di New York ed al MoCa di Los Angeles. L’ambizioso progetto è dell’artista bresciano Francesco Vezzoli che, scoperta la chiesetta sul web ed appreso che apparteneva ad un privato, ebbe la folgorante idea di acquisirla per includerla nel percorso della restrospettiva nomade, attualmente in corso, battezzata “La Trinità”, che prevede l’esposizione in tre grandi musei del mondo a significare arte, religione e glamour, rispettivamente al Maxxi di Roma, al MoMa di New York ed al MoCa di Los Angeles. Il progetto è fallito per l’intervento del Ministero dei Beni Culturali che ne ha dato segnalazione alla Sovrintendenza di Cosenza che è intervenuta. Sui social network da Montegiordano un coro di protesta si è levato contro l’iniziativa da parte di chi vedeva la chiesetta sotto l’aspetto storico della struttura, costruita mattone su mattone dai propri antenati che per anni vi hanno festeggiato la Madonna del Carmine, patrona della cittadina dell’Alto Jonio cosentino. L’amministrazione comunale non ha assunto posizioni sulla vicenda, giustificandosi col dire che essendo sconsacrata e di un privato nulla poteva essere fatto per impedirne l’asporto. Il Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, invece, è al lavoro per cercare di recuperare il materiale asportato illegalmente dalla chiesetta medievale del Carmine.

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