Voglio fare come Angela Maraventano

Maraventano

Dopo l’ineffabile exploit di Angela Maraventano, ex senatrice della Repubblica Italiana, che ha lodato la sensibilità e l’attenzione alla difesa del territorio della mafia del buon tempo antico, anche io ho deciso di abbandonarmi al piacere di esprimere qualche analogo concetto.

Mussolini, per esempio, ha fatto anche cose buone: quando c’era lui, per dire, i treni arrivavano in orario.

E che dire di Stalin, il batiuska di tutte le Russie, che ha combattuto strenuamente contro i nemici del popolo che amava appassionatamente?

Poi c’è Bossi, il fondatore della Lega, che ha messo sotto i riflettori quei gran ladroni dei romani e quei fancazzisti assistenzialisti succhiasangue dei terroni.

Impossibile non citare anche Beppe Grillo, quello che ha inventato i vaffaday contro la politica disonesta ed ha promosso l’onestà, la correttezza, il rispetto degli avversari e delle istituzioni come valore fondante del suo movimento politico.

Già che ci siamo ci tengo anche a rammentare la squisita sensibilità del marchese de Sade, che come è noto aveva orrore del sangue, l’amore per il prossimo di Vlad III di Valacchia (nome d’arte conte Dracula), la bontà a tutta prova degli imperatori Caligola e Nerone e, perché no, il sostanziale contributo al fisco USA dell’attuale presidente Donald Trump e al fisco italico dell’indistruttibile Silvio Berlusconi.

Ecco, mi sono sfogato. Se l’ex senatrice siciliana leghista (leghista e siciliana? Ohibo!) Angela Maraventano può dire impunemente che la mafia era buona, potrò ben dire qualche stronzata anche io, o no?

Giuseppe Riccardo Festa

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