Viva apprensione per i nuclei familiari che abitano nella zona Cesare Pavese a causa della continua erosione della collina.

I numerosi temporali, le abbondanti pioggie e, da ultimo,le imponenti grandinate dei giorni scorsi hanno, ancora di più, resa instabile la collina argillosa che sovrasta i circa venti nuclei familiari, che abitano nella contrada Cesare Pavese, ubicata nella zona Nord della cittadina e prospiciente la SS 106 e frontalmente l’intera struttura portuale. Tale situazione di grave instabilità geologica , che ormai, perdura da circa otto anni, ha gettato nel pieno sconforto e nel vero terrore le venti malcapitate famiglie che vi abitano. Ad onore del vero il Comune di Cariati è stato destinatario, da più tempo, di un cospicuo finanziamento, oltre 450 mila euro per lavori di consolidamento del terreno e messa in sicurezza dell’intera zona. Ad oggi, stranamente, i lavori pubblici non sono iniziati né all’orizzonte si intravvedono spiragli di un imminente inizio dei lavori. Gli abitanti del suddetto quartiere, dopo numerose inascoltate proteste, segnalazioni, richieste di sopralluogo ed inutili promesse da parte degli amministratori, sono passati ai fatti concreti con una dettagliata denunzia penale, a firma dei fratelli Zolli (storica famiglia marinara di Cariati), indirizzata al Procuratore della Repubblica, al prefetto di Cosenza, ai carabinieri di Cariati, alla Guardia di Finanza e alla Corte dei Conti. Da evidenziare che qualche tempo addietro l’ex assessore all’Ambiente, Sergio Salvati, ora consigliere indipendente, ha chiesto alle Autorità Comunali un tempestivo intervento, risolutore della grave problematica, avendo constatato il gravissimo pericolo che incombeva ed incombe sugli abitanti della zona. In tale intervento, partecipato alla stampa, l’ex assessore Sergio Salvati chiedeva espressamente lumi sul perché i lavori non fossero stati iniziati, nonostante che il finanziamento richiesto fosse stato accreditato ed inscritto nei capitoli del bilancio. Anche tale appello, sostengono gli abitanti della zona Cesare Pavese, è rimasto amaramente inevaso, nonostante la drammaticità della vicenda. Diversi ed inquietanti sono gli interrogativi: Perché gli Amministratori comunali, si chiedono i malcapitati residenti della zona, non hanno “imposto“ gli inizi dei lavori? Che fine ha fatto il finanziamento? E ancora iscritto nei capitoli di bilancio oppure è stato fagocitato dal buco nero che ha inghiottito la finanza locale? Deve scapparci qualche tragedia per vedere l’inizio dei lavori di messa in sicurezza? Pare, però, che a seguito della circostanziata denunzia penale le Autorità preposte abbiano mosso i primi passi con sequestro di atti e documenti al Comune e richieste di chiarimenti e spiegazioni invocate dal prefetto Tomao di Cosenza. Uno dei denunzianti, Cristoforo Zolli, in preda alla disperazione ed al continuo timore di essere travolto nottetempo insieme ai suoi familiari, ci ha dichiarato: “Non rimango in casa nostra ogniqualvolta c’è maltempo, sono costretto a traslocare, unitamente ai componenti della mia famiglia, per scongiurare un’eventuale immane tragedia. Quello che trovo assurdo, prosegue Cristoforo Zolli, e che, nonostante avessimo fatto anche formale richiesta al Comune di Cariati di realizzare a nostre spese lavori di contenimento, ci è stato persino respinta la richiesta, anzi ci è stato addirittura intimato la comminatoria di sanzioni amministrative e penali”. Lo stesso Zolli ci ha dichiarato che tempo addietro il Comune di Cariati ha alterato lo stato dei luoghi modificando il naturale deflusso delle acque piovane che, guarda caso, a seguito dei predetti lavori sono stati convogliati nella nostra zona. Il tempo, purtroppo, stringe; il movimento franoso appare inarrestabile, a parere delle famiglie interessate, e, pertanto, si invoca l’Amministrazione Comunale ad iniziare i lavori sotto l’egida della somma urgenza, procedura, peraltro, più volte utilizzata dall’Ente Comunale di Cariati per il completamento di altri lavori.

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