Violenza contro le donne: nei primi 6 mesi del 2015 più di cinquemila denunce di atti persecutori

Nonostante la campagna di sensibilizzazione promossa dal 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha designato il 25 novembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, solo nei primi sei mesi di quest’anno in Italia settantaquattro donne sono state uccise da uomini con cui avevano una relazione affettiva o familiare e, ci sono state più di cinquemila denunce di atti persecutori contro le donne. Il 25 novembre quindi, rappresenta una data simbolica che ci impone a riflettere collettivamente sulla gravità del fenomeno. A fronte di una maggiore consapevolezza della pubblica opinione, la situazione non è per niente migliorata. Nelle risposte istituzionali, prevalgono approcci scorretti al problema della violenza maschile, a causa di disinformazione, stereotipi e pregiudizi. I centri antiviolenza, stanno facendo emergere la violenza contro le donne e, chiedono da tempo che l’Italia si adegui alle direttive internazionali, per sostenere efficacemente le donne che denunciano violenze, rispettandone l’autodeterminazione. Oggi una donna che desidera interrompere una relazione con un partner violento, ha diritto di essere ascoltata da personale adeguatamente formato ed ha il diritto di essere ospitata in strutture protette, sia che abbia figli o no. Ma questi diritti, che sono sanciti nei trattati internazionali, dalla Convenzione di Instabul e dalla Cedaw, non sono applicati pienamente in Italia, perchè manca un sistema strutturato di interventi che rispetti gli standard definiti a livello internazionale. Le risposte da parte dei Tribunali, delle forze dell’ordine e dei servizi sociali, sono carenti e non coerenti fra loro. I fondi previsti nella legge sul femminicidio per far fronte al problema delle violenza, sono del tutto insufficienti. Queste gravi lacune, rendono difficile i percorsi di uscita dalla violenza familiare e, causano la vittimizzazione secondaria delle donne che vogliono separarsi da partener violenti. Sarebbe opportuno che il Governo rinnovi il Piano Nazionale Antiviolenza, strumento principale per definire in modo coerente l’insieme delle politiche di intervento sul problema della violenza contro le donne. Auspico che ai buoni propositi, seguano politiche efficaci, perchè la violenza contro le donne non è uno slogan. Maria Josè Caligiuri Responsabile Dipartimento Diritti umani e Libertà civili di Forza Italia in Calabria.

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