■Antonio Loiacono
La scena politica italiana si dipinge di tinte quasi surreali, con un sottile velo di ironia che pervade le risposte evasive dei due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Come fossero creature mitologiche, i vertici di maggioranza vengono evocati spesso ma non si materializzano mai, lasciando gli osservatori a chiedersi se esistano realmente o siano solo un miraggio politico. In questa stagione, i due leader sembrano più propensi a considerare le vacanze estive come un’opportunità per incontri informali, piuttosto che per discussioni ufficiali e ponderate.
È curioso osservare come questioni di primaria importanza per il paese, come la legge Finanziaria e le riforme costituzionali, possano essere relegati a conversazioni “a margine” del Consiglio dei Ministri o, peggio ancora, a chiacchierate durante una pausa caffè in una spiaggia pugliese. Il rinvio della questione del rinnovo del cda della Rai a settembre sembra quasi una mossa per spostare i problemi più spinosi nel futuro, come se il calore estivo potesse far evaporare le tensioni e le difficoltà.
Parallelamente, si discute di nomine nelle partecipate pubbliche e della possibile sostituzione del Ragioniere generale dello Stato, lasciando spazio a dubbi sulla chiarezza della strategia del governo. Si ha l’impressione che si stia navigando a vista, senza una rotta ben definita, in attesa che il mare politico si calmi da solo.
Nel frattempo, Giorgia Meloni sembra determinata a mantenere le sue promesse elettorali sul premierato e sulla separazione delle carriere dei magistrati. Tuttavia, con il Parlamento ormai alle porte delle ferie e numerosi decreti legge ancora da approvare, è lecito chiedersi se queste questioni saranno affrontate con la serietà e l’urgenza che meritano. O se, al contrario, tutto verrà lasciato in sospeso fino all’autunno, con la speranza che il calore estivo ammorbidisca le tensioni e renda più gestibili i nodi da sciogliere.
In definitiva, il “relax politico” di questa estate potrebbe sembrare una tregua, ma rischia di trasformarsi in un pericoloso temporeggiamento su questioni cruciali per il paese. Forse, per i nostri leader, una vacanza breve e rinfrescante è il giusto compromesso, a patto che mantengano un occhio vigile sui tanti dossier ancora aperti e sui nodi da sciogliere. In attesa che le creature mitologiche dei vertici di maggioranza si materializzino finalmente per affrontare i veri problemi del paese.
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