Un po’ mi sta piacendo

E se mi stessi abituando al forzato isolamento?

Oggi la sparo molto grossa. Ebbene, senza peli sulla lingua e senza troppo tergiversare, mi domando. 

E se mi stessi abituando al forzato isolamento? 

Ci sono dei risvolti positivi che ne derivano dall’obbligata quarantena? 

Una volta rientrati nella vita passata, almeno si spera, avremo nostalgia delle lunghe giornate di tempo sospeso? 

E va bene. Dirò di più. 

Il lockdown mondiale, inizialmente, mi ha molto spaventato. Gli indefiniti confini della pandemia mi hanno ferito e addolorato. Oltre al risaputo problema della paura che mi ha catturato. 

Mettendo per un attimo, tuttavia, le eventuali conseguenze catastrofiche che ne deriveranno interessando aspetti di varia natura, tengo a sottolineare una mia personale impressione sul momento che stiamo vivendo. 

Non ci giro attorno. La cosa un pochino mi sta piacendo. In verità avere più tempo per riflettere e pensare mi fa piacere. E come se mi sentissi meno oppresso. 

Non vivere l’angoscia del tempo che sembra non bastare mai, mi aiuta a conquistare dei nuovi e inaspettati spazi dalle mille qualità, che non mi sarei mai immaginato. 

Una velata felicità mi pervade, seppure fa a cazzotti con una fragilità interiore che spesso prende il sopravvento. 

In sincerità, la felicità che mi prende ogni tanto e che mi fa sentire padrone del mio tempo, non ha eguali nella storia della mia vita. 

Che vita sarà quando tutto sarà terminato? 

Non riesco ad immaginarla. 

Per il momento mi godo e mi coccolo il mio ritrovato tempo e forse tutto questo deve indurci a farci riflettere che dobbiamo cambiare.

Nicola Campoli

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