TRIDICO VS DRAGHI: IL MAESTRO DELL’AUSTERITÀ IN VERSIONE EROE ECONOMICO

UN CONFRONTO IMPIETOSO SULLE NUOVE LINEE GUIDA EUROPEE

Pasquale Tridico e Mario Draghi

Antonio Loiacono

Pasquale Tridico non usa mezzi termini nel suo commento sul rapporto di Mario Draghi. Secondo Tridico, Draghi, con il suo passato di architetto delle politiche di austerità e rigore fiscale in Europa, non è esattamente il personaggio più adatto a dettare nuove linee guida per l’economia europea, specialmente quando si parla di debito comune e investimenti massicci.

Tridico sottolinea ironicamente come il “peccato originale” del rapporto Draghi sia proprio la figura di Draghi stesso. Dopotutto, è difficile prendere sul serio un cambiamento radicale proposto da chi ha passato gran parte della sua carriera a sostenere esattamente l’opposto. Come se il regista di un film drammatico improvvisamente decidesse di fare una commedia, mentre le sue precedenti produzioni erano state tutte tragedie senza lieto fine.

Il commento di Tridico va oltre l’ironia e mette in luce un paradosso evidente: Draghi, che ha contribuito a implementare misure di austerità che hanno stretto la morsa sui bilanci pubblici e sulla spesa sociale, ora si propone come il salvatore della patria con un piano di investimenti europei faraonici. Ma Tridico non si limita a questo; esplora anche le lacune del rapporto, come la mancanza di proposte concrete contro l’evasione fiscale ed una visione insufficiente della crisi demografica.

In un momento in cui l’Europa dovrebbe guardare avanti, costruendo un futuro basato su equità e progresso sociale, Tridico chiede se davvero possiamo fidarci di un piano che sembra più un tentativo di “lavarsi la coscienza” che una vera e propria riforma. Con un tono che mescola il serio con il sarcastico, Tridico solleva interrogativi cruciali sulla direzione economica e politica dell’Europa, invitando a riflettere se gli Eurobond di guerra proposti siano davvero la risposta alle sfide contemporanee.

In sintesi, il commento di Tridico è un appello ad una riflessione più profonda sulle politiche europee, una critica al paradosso di un passato che si ripresenta con una nuova faccia, ed una richiesta di coerenza e visione a lungo termine.

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