■Antonio Loiacono
In un’Italia segnata da ferite profonde, la memoria delle stragi di Bologna e dell’Italicus continua ad essere una cicatrice visibile e dolorosa. Il 44° anniversario dell’attentato alla stazione di Bologna, avvenuto il 2 agosto 1980, ed il cinquantesimo anniversario dell’esplosione del treno Italicus, il 4 agosto 1974, hanno riacceso il dibattito su due dei momenti più tragici della storia italiana del dopoguerra.
La strage di Bologna, che causò la morte di 85 persone e lasciò circa 200 feriti, è stata recentemente al centro di polemiche dopo lo scontro tra la premier Giorgia Meloni ed i familiari delle vittime. Questi ultimi hanno espresso il loro dolore e la loro frustrazione per la percepita mancanza di giustizia e riconoscimento. Mentre il paese si confronta con la memoria di questo orribile attentato, lo sguardo si sposta verso l’anniversario dell’Italicus, il cui cinquantesimo è stato ricordato ieri.
L’Italicus, un treno diretto da Roma a Monaco, fu devastato da una bomba all’1.23 della notte del 4 agosto 1974, nel tratto di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese. L’esplosione causò la morte di 12 persone e ferì 48 passeggeri. Tra le vittime c’erano tre turisti stranieri ed una famiglia di tre persone, insieme al giovane controllore Silver Sirotti, medaglia d’oro al valore civile. Sirotti, che non avrebbe dovuto essere in servizio quella notte, fu tra i primi a soccorrere i passeggeri nella carrozza colpita. La sua morte, mentre tentava di salvare gli altri, è un simbolo straziante di eroismo e umanità.
L’inquietante dettaglio della presenza di Aldo Moro sul treno dell’Italicus, prima di essere fatto scendere, aggiunge una dimensione inquietante ad una storia già tragica. Questo particolare, sebbene non abbia cambiato il corso degli eventi, sottolinea l’atmosfera di tensione ed incertezza che permeava l’Italia in quel periodo.
Nonostante la rivendicazione da parte del gruppo neofascista Ordine Nero, nessuno è stato condannato per la strage dell’Italicus. Il processo ha visto l’assoluzione degli imputati, tra cui Mario Tuti e Luciano Franci, leader e gregario della cellula toscana del Fronte Nazionale Rivoluzionario. I giudici della Suprema Corte hanno motivato la loro decisione con la mancanza di prove concrete, limitandosi a indizi e illazioni. Questo scenario di segreti di Stato, depistaggi e coperture ha lasciato un vuoto di giustizia e verità che persiste da cinquant’anni.
Franco Sirotti, fratello di Silver, ha recentemente parlato di una “strage dimenticata,” sottolineando la mancanza di una condanna per i responsabili e l’assenza di un’associazione delle vittime che rappresenti ufficialmente le loro istanze. La sua dichiarazione riflette la frustrazione ed il dolore delle famiglie che continuano a lottare per il riconoscimento e la giustizia. Franco Sirotti ha anche lanciato un appello per la rimozione del segreto di Stato su tutte le stragi, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e di nuove indagini.
La commemorazione di Silver Sirotti a Forlì, in una cerimonia istituzionale con la presenza del sindaco Gian Luca Zattini e dei familiari, rappresenta un atto di onore e di memoria. Tuttavia, il ricordo delle vittime e la ricerca della verità rimangono centrali nel dibattito pubblico.
La strage dell’Italicus a 50 anni dall’accaduto è una potente riflessione su uno dei periodi più bui della storia recente italiana! L’appello di Elly Schlein, segretaria del PD, alla ricerca della verità, è un richiamo alla necessità di non dimenticare e di fare luce su tutte le pagine più oscure della storia repubblicana.
La coincidenza di questi anniversari invita a una riflessione profonda sul periodo delle stragi neofasciste e sull’ombra che ancora grava su questi eventi. Il caso dell’Italicus, insieme a quello di Bologna, serve come monito delle devastanti conseguenze dell’odio politico e delle ideologie estremiste. La speranza è che le nuove indagini e il rinnovato impegno per la verità possano finalmente fare luce su queste pagine oscure della nostra storia e rendere giustizia a chi ha subito ingiustamente.
La memoria di eventi come la strage dell’Italicus è fondamentale non solo per onorare le vittime, ma anche per educare le nuove generazioni e per assicurare che tali atrocità non si ripetano mai più. Il cammino verso la verità è lungo e tortuoso, ma è fondamentale per onorare le vittime e per garantire che tali atrocità non si ripetano mai più. La memoria e la giustizia devono andare di pari passo, affinché il ricordo di coloro che hanno perso la vita non venga mai dimenticato.
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