Comunicato-iGreco Ospedali Riuniti
«Dispiace dover constatare che proprio nel giorno in cui il malgoverno della sanità calabrese torna a manifestarsi per via della spesa fuori controllo e del nuovo blocco dei servizi e del turnover, l’impegno di un movimento politico che si ispira alla cittadinanza attiva non trova di meglio che colpire un’azienda che eroga un qualificato servizio al territorio, rispettando leggi e regolamenti e garantendo occupazione qualificata e stabile.
La parlamentare Dalila Nesci, di fatto ha preferito negarsi a un confronto pubblico sulla sanità calabrese, noi lo avevamo chiesto solo per far luce una volta per tutte su alcune questioni che riguardano la nostra azienda e che, a nostro avviso, erano oggetto di strumentalizzazione politica. Certamente, preclusa ogni via di confronto democratico (e non certo perché lo suggerisce l’on. Nesci), mi vedo costretto a rivolgermi presso alla procura della Repubblica per il reiterato tentativo di infangare l’onorabilità e di danneggiare il gruppo che mi onoro di rappresentare».
Così Saverio Greco, amministratore unico del gruppo iGreco, controreplica all’on. Nesci a proposito di che ha negato la propria disponibilità al confronto televisivo invocato dall’azienda. «La seconda soluzione sulla strada della definitiva chiarezza, la denuncia alla magistratura di fatti e potenziali denigrazioni con tutto quello che ne consegue – continua Saverio Greco – non rappresentano affatto una minaccia nei suoi confronti. Tutt’altro. Così come il richiesto confronto televisivo non aveva nessun altro fine se non quello di offrire la possibilità ai cittadini di conoscere realmente come stanno le cose e in tempi decisamente più rapidi rispetto a quelli occorrenti alla giustizia.
Nessun potere sostitutivo ai magistrati, ma solo voglia di verità e in tempi brevi. Tuttavia Nesci – continua ancora Saverio Greco – preferisce evitare la fredda neutralità delle telecamere e si capisce il perché, il video non mente e consente un aperto e leale confronto. Preferisce il confronto in un’aula di giustizia? Benissimo ma che sia ad armi pari nel senso che ci sia, da parte sua, la rinuncia a farsi scudo dell’immunità parlamentare, vero privilegio di una casta che conosce poco i rischi dell’impresa e del sudore sulla fronte. Già da subito, però, intendiamo fare chiarezza su alcune illazioni circa il mio status e le mie frequentazioni con fantomatici big politici o di governo. Sono solo un libero cittadino che paga le tasse e dà lavoro a più di mille persone ogni mese. Un semplice e libero cittadino che si carica sulle spalle rischi e responsabilità e non accetta di vedere messo a rischio il proprio operato, il lavoro ed il futuro di centinaio di collaboratori e la serena competizione di un’azienda che non ha inteso chiedere il permesso a nessuno ma si è solo affidata alle proprie capacità, attirandosi magari proprio per questo mormorii, cattiverie e, in qualche caso, vero e proprie calunnie.
Che sia la magistratura allora a fare chiarezza, a noi resta solo il rincrescimento per una opportunità di fare chiarezza in maniera civile e democratica, magari constatando su campo che le cose spesso sono ben diverse da come qualcuno, portatore di interessi non confessabili, cerca di raccontarle anche all’onorevole Nesci».
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