
■Antonio Loiacono
Scala Coeli e l’intera provincia hanno iniziato a vivere un annus horribilis per quanto riguarda l’assistenza sanitaria. I disservizi, ormai quotidiani, sembrano essere diventati la norma, e nonostante le denunce della cittadinanza e le segnalazioni ai livelli istituzionali—Regione, Parlamento italiano ed europeo—le condizioni del servizio sanitario continuano a peggiorare.
L’ultimo episodio accaduto nelle scorse ore a Scala Coeli è emblematico della grave inadeguatezza del sistema di emergenza-urgenza. Una cittadina in uno stato ipoglicemico allarmante, ha dovuto ricorrere al 118 ed il quadro che ne è emerso è stato desolante!
Nel piccolo Comune ionico, infatti, non è presente un medico e la postazione di guardia medica era ancora chiusa, lasciando i residenti completamente privi di assistenza immediata. Questa situazione si ripete frequentemente: basti pensare ai numerosi episodi di pazienti costretti a percorrere decine di chilometri per ricevere le prime cure, con rischi enormi per la loro salute.
Alla chiamata di emergenza ha risposto il centralino del 118 di Cariati, assicurando un intervento entro 18 minuti. Tuttavia, il mezzo di soccorso è stato poi dirottato su un altro paziente, un infartuato che necessitava priorità assoluta. La richiesta è così passata alla postazione omologa di Cirò Marina, ma i minuti scorrevano inesorabili e l’ambulanza non arrivava.
Dopo mezz’ora di attesa senza alcun segnale di soccorso, i familiari della paziente hanno deciso di trasportarla con mezzi propri all’ospedale di Cariati, consapevoli del rischio ma impossibilitati ad attendere oltre. Nel frattempo, l’ambulanza ha preso un percorso assurdo: invece di raggiungere Scala Coeli tramite la SS 106, ha optato per un tragitto secondario, passando attraverso il fiume Nicà su una strada “sgarrupata” e pericolosa, giungendo a destinazione con quasi due ore di ritardo: un tragitto, tra l’altro, che non esiste in alcun stradario, noto per essere dissestato (si deve attraversare una fiumara!) e con numerose segnalazioni di difficoltà nella percorrenza già registrate in passato (un tratturo che dovrebbe ridurre le distanze ma inidoneo per un servizio sanitario).
La paziente, fortunatamente, è riuscita a ricevere cure e le sue condizioni sembrano essere migliorate. Ma questa vicenda, ennesima di una lunga serie, evidenzia ancora una volta le carenze di un sistema sanitario locale incapace di garantire interventi tempestivi ed efficaci.
L’assenza di un presidio medico in paese, il ritardo nei soccorsi, la scelta di percorsi stradali inadeguati e l’impossibilità di fornire assistenza immediata sono sintomi di una sanità al collasso, che mette ogni giorno a rischio la vita dei cittadini. Inoltre, i continui tagli ai finanziamenti e la carenza di personale sanitario aggravano una situazione già insostenibile, costringendo medici e infermieri a turni massacranti e a condizioni di lavoro precarie.
Le istituzioni, finora sorde agli appelli e alle denunce, devono assumersi la responsabilità di garantire un diritto fondamentale, quello alla salute, intervenendo con urgenza per risolvere criticità non più tollerabili. La mancanza di medici, il depotenziamento degli ospedali di zona e l’inefficienza della rete di emergenza non possono più essere ignorati.
Le promesse elettorali e gli annunci di riforme rimangono vuote se non seguite da azioni concrete. Servono investimenti urgenti, il potenziamento delle strutture locali ed una migliore organizzazione del sistema di emergenza. I cittadini di Scala Coeli e dell’intera provincia meritano risposte concrete e immediate, prima che altre vite vengano messe a repentaglio da un sistema che sembra ormai collassato su sé stesso.
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