La massa debitoria complessiva riconosciuta dal consiglio comunale o, meglio, dalla sola maggioranza dellassemblea (le opposizioni erano assenti) ammonta a 8 milioni, 869 mila e 333 Euro. Se siamo arrivati a questo punto, è a causa di una errata gestione del bilancio e della spesa allegra. Sembra la solita litania delle minoranze, ed invece parola e musica sono si Leonardo Trento, assessore provinciale e consigliere comunale autorevolissimo; in pratica il padre putativo dei due mandati consecutivi del sindaco Filippo Giovanni Sero. Qualcosa, dunque, non va allinterno della stessa coalizione di maggioranza. Ma ritorniamo allenormità dei debiti a cui bisognerebbe aggiungere, oltre ad una larga parte di esposizione non esaminata, anche i quattrini spariti assieme a Sogefil, la società di riscossione dei tributi che si sarebbe eclissata con la cassa. E allora non esagererebbe il consigliere comunale di minoranza Mario Sero quando conteggia la voragine in unastronomica somma che sfiora i 25 milioni di Euro: unipoteca che Cariati ed i cariatesi si trascineranno per un numero imprecisato di anni. È quanto emerge dalla conferenza stampa indetta laltra sera dal Centro Studi P.G. Frassati e dedicata appunto alla spinosa questione dei maledetti soldi pubblici che non ci sono. Il responsabile del Centro Studi Cataldo De Nardo, segretario generale emerito e studioso della complessa macchina amministrativa degli Enti locali, spiega che cè bisogno di informare i cittadini sulla manovra finanziaria del Comune che si è risolta nella richiesta di pre dissesto, come dire lanticamera del fallimento. Adesso commenta De Nardo la disastrosa struttura dei conti pubblici comincia a prendere forma e sostanza. Ma sono contorni che non lasciano ben sperare, atteso che a pagare la cattiva gestione degli ultimi 7 anni di consiliatura saranno i cittadini sui qual peserà una pesantissima pressione tributaria fino a tre volte superiore a quella attuale causata dallaccesso al cosiddetto fondo di rotazione, uno strumento legislativo che innalza al massimo le aliquote e prevede la copertura totale del costo dei servizi. Significa, ad esempio, che il costo della spazzatura, quantificato pressappoco in un milione di Euro allanno, sarà a completo carico dei cittadini: un colpo. Ma tra le altre trovate per ripianare lincredibile deficit, il Comune avrebbe pensato allimposta di soggiorno; alla riduzione dei costi della politica e di misteriosi salari e alle plusvalenze, cioè alla vendita del patrimonio immobiliare quantificato in oltre 3 milioni di Euro. Ma si tratterebbe di un artificio contabile, tanto per far quadrare virtualmente i conti, giacché nessuno, fino ad ora, ha avanzato richiesta dacquisto dei manufatti pubblici. E poi ci sarebbero i mutui, già accesi ma non spendibili, come quello di un milione e mezzo di Euro ottenuto nel 2010 e congelato: non si può utilizzare perché la Corte dei Conti ritiene che il Comune non abbia rispettato il patto di stabilità. Insomma, lamministrazione civica, nota DeNardo, sta gestendo unicamente il suo acclarato fallimento, peraltro aborrendo le proposte che provengono dalle opposizioni, consapevoli del disastro più volte annunciato ed ora, purtroppo, avvenuto. Le commissioni consiliari, prima su tutte quella del bilancio, non sono mai state accettate dalla maggioranza, sicché, spiega il consigliere comunale Mario Sero, è inutile ricercare ancora forme di collaborazione che sono puntualmente respinte ed irrise. A questo punto, che ciascuno si assuma le proprie responsabilità dinanzi ai cittadini. Senza barare però, e dicendo tutta lamara verità sulla sciagura che lor signori hanno consapevolmente causato in danno dellintera comunità, salvi, ovviamente, certi vantaggi unidirezionali a favore dei soliti noti. Ma non cè più nemmeno il tempo della disputa animosa, perché, sintetizza De Nardo, non monta la polemica politica ma cresce lindignazione popolare.
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