PERCHE’ IN GEOPOLITICA LE SENTENZE NON CONTANO ?

di Marco Toccafondi Barni

Un ossimoro, i sovranisti atlantisti.

La litania a tratti é insopportabile, si va da un’ assurditá come quella detta dal leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che testuale ha dichiarato: “Giuliano Amato su Ustica parla da privato cittadino”, lo ha detto seriamente e senza suscitare risate in un paese menefreghista e irresponsabile o irrimediabilmente assopito e rassegnato, fino alla cantilena ripetuta come un ossesso da Maurizio Gasparri praticamente a reti unificate, in tutti i talk che parlano di politica: “Ci sono le sentenze sulla tragedia di Ustica”.

Al di lá del fatto che non esistono sentenze che stabiliscono ció che gli atlantisti e sudditi della Nato vorrebbero, in questa fase goffamente e paradossalmente travestiti da sovranisti in modo non soltanto ridicolo e patetico ma soprattutto falso e ad uso e consumo esclusivamente dei loro elettori e delle loro illusioni, ovvero che sia stato un ordigno a far esplodere il DC9 dell’ Itavia in quella maledetta notte; come non esistono rapporti univoci e chiari al riguardo. Il dato certo é che tutti i periti e i testimoni raccontano di una guerra nei cieli italiani quella notte di inizio estate 1980.

Il missile sparato da un cosiddetto “alleato” della Nato (la Francia) é solo l’ ipotesi piú accreditata e probabile, oggi ricordata dalle parole sia di Giuliano Amato (altro che un privato cittadino), ma anche da alcuni militari e quindi testimoni del tempo che vogliono morire in pace, vedi l’ex maresciallo Giulio Linguanti. Fu lui il primo ad arrivare nella Sila e vedere il cadavere putrefatto di un pilota libico. Ha parlato dopo le parole del dottor Sottile.

In ogni caso c’era una “guerra” nei cieli quella sera e con ipotesi meno probabili, come la scia di un caccia che avrebbe spaccato un’ ala del DC9, ebbene sempre di sovranitá limitata o per meglio dire addirittura inesistente trattasi. Ma soprattutto, contrariamente a quanto pensano menti raffinatissime quali appunto i Tajani  o i Gasparri e affini, significa che si tratta di interessi strategici e geopolitici e allora eventuali sentenze in un senso o in un altro non conterebbero nulla, anche esistessero davvero. La ragione é talmente banale che la puó comprendere persino un bambino di pochi anni: gli apparati di uno stato satellite, una provincia annessa e sottomessa in quanto rovinosamente sconfitta in guerra, sono stati forgiati proprio da quello stesso impero che ti ha annesso dentro la sua sfera di influenza e dove, fuor da propaganda, non si entra mai per scelta, bensí per costrizione dopo una sconfitta militare. E’ tutto qui, non c’é veramente altro.

Gli apparati statali di un satellite, ció che uno storico della antica Roma definirebbe un regno cliente, sono da sempre plasmati da chi comanda e naturalmente a difesa della propria sfera di influenza e di precisi interessi geopolitici e strategici. Il caso piú famoso della storia é quello di Ponzio Pilato e della sentenza su Gesú. Se ne deduce che per certi argomenti anche esistessero delle sentenze (che non esistono) a favore della astrusa tesi di una bomba o del cedimento strutturale dell’ aereo, col quale si commissarió e infine fece fallire l’azienda Itavia negli anni ’80 (grazie all’ennesima menzogna di stato), non avrebbero un grande valore per via degli interessi strategici e geopolitici in gioco. Tutto qui e difatti gli esempi sono molteplici e lampanti come il sole in cielo, non soltanto nel nostro paese.

Sol levante e Uber Alles a stelle e strisce – Non a caso non é neanche l’ Italia l’ esempio piú evidente di quanto chi domina e comanda possa influenzare e abbia in fondo creato apparati come la magistratura, ma persino le costituzioni.

La Germania e il Giappone, nazioni sconfitte ancora piú pesantemente dell’ Italia durante il secondo conflitto mondiale, non fosse altro per il loro ruolo assai piú importante nel mondo e nella storia moderna e contemporanea, i nipponici addirittura grazie a ben due bombe atomiche ricevute sulla testa, hanno costituzioni che sono state scritte e all’ occasione vengono cancellate quasi col bianchetto dalla egemonia Usa. Washington, infatti, dapprima ha chiesto per decenni di non dotarsi di vere forze armate alla Germania, facendo guadagnare la derisione ai tedeschi da parte di  tutto il mondo, sotto gli occhi impotenti di chi si sognava sopra a qualunque cosa ma nella realtá viene descritto come un gruppetto di campeggiatori aggressivi dai militari di tutto il globo. Per il Giappone fu invece scritta una carta che definire pacifista é un eufemismo, bellissima in teoria, salvo poi chiedere i miliardi per il riarmo (ma poi forse no, chissá) a Berlino in chiave anti russa e di scrivere nuovamente una costituzione sempre meno pacifista a Tokyo. Ovvio, il tutto per adeguarsi ai tempi che corrono e calibrarsi sull’ interesse strategico dell’ egemone.

Sbianchettature di testi e influenze notevoli su apparati statali nelle proprie province, poiché tutte evidentemente e senza dubbio alcuno nella piena e totale disponibilitá statunitense da quasi 80 anni, cioé dalla sconfitta dopo la II guerra mondiale.

Ed é dalla notte dei tempi che chi vince una guerra non soltanto annetteterritori e popolazioni sconfitte, ma soprattutto le comanda a bacchetta. Magari con un uso sapiente del bastone  (minacce e ritorsioni) e della carota (benessere e post storicismo).

Per questo  motivo nemmeno le sentenze di un tribunale contano in questi casi, nonostante quel che vorrebbero propagandare dei sovranisti falsi come Giuda ma poi, come tutti i sottomessi, atlantisti per costrizione.

La beffa piú grande della narrazione democratica é quella di convincere chi sottomette di vivere libero, meritevole di giustizia e soprattutto essere decisivo. Un’illusione che al contatto con la realtá come per magia scompare.

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