
■Antonio Loiacono
Il recente annuncio dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Pasquale Tridico, in risposta alle prime dichiarazioni programmatiche della nuova amministrazione americana guidata dal 47mo presidente Donald John Trump, ha fatto suonare un campanello d’allarme sulle conseguenze della ritirata degli Stati Uniti dall’accordo globale dell’OCSE sulla tassazione delle multinazionali: “Ogni accordo raggiunto dall’amministrazione Biden, non ha effetto negli Stati Uniti in assenza di un’azione del Congresso”, sono le parole di Trump!
Tridico sottolinea come questa scelta non solo favorisca le multinazionali e gli ultra-miliardari che hanno supportato la campagna elettorale di Trump, ma “rappresenti anche un danno diretto per i cittadini e le piccole e medie imprese europee!”
L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo OCSE segna un passo indietro rispetto agli sforzi internazionali per creare un sistema fiscale più equo e sostenibile a livello globale. Con l’aliquota minima del 15%, già adottata in Europa, Tridico ribadisce la necessità di mantenere fermo il timone dell’equità fiscale, anche di fronte alle minacce di ritorsione che provengono da oltreoceano. La situazione attuale -ha fatto intendere Tridico- favorisce un clima di competizione fiscale dannosa, in cui i giganti della tecnologia e le multinazionali possono continuare a eludere responsabilità fiscali significative, gravando così sui bilanci dei paesi europei e sulle spalle dei contribuenti.
La preoccupazione dell’europarlamentare non è infondata. L’evasione fiscale perpetrata da alcune delle maggiori aziende tecnologiche ha da tempo sollevato un dibattito acceso su come rendere i sistemi fiscali più giusti. Questa evasione non solo sottrae risorse economiche vitali agli stati, ma mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, generando un senso di ingiustizia e disuguaglianza sociale.
L’alleanza tra le nazioni europee si fa quindi imprescindibile. È fondamentale che i paesi dell’unione mantengano un fronte unito e non si lascino intimidire dalla retorica protezionistica di Trump. La tutela delle piccole e medie imprese, spesso definite la spina dorsale delle economie nazionali, deve rimanere al centro delle politiche fiscali, senza cedere a compromessi che possano avvantaggiare esclusivamente i colossi economici.
In un momento storico in cui la pandemia ha imposto sfide senza precedenti, la necessità di un sistema fiscale equo e solidale è diventata ancora più pressante. La crisi economica che ha colpito duramente le PMI richiede risposte chiare e politiche fiscali che possano garantire una ripresa inclusiva e sostenibile.
L’alert lanciato da Pasquale Tridico dovrebbe servire da stimolo per un dibattito serio ed approfondito sulla tassazione delle multinazionali e sulla salvaguardia di un’equità fiscale che protegga i cittadini e le piccole imprese. L’Europa ha la responsabilità di creare un’alternativa valida e coesa contro le tendenze di ingiustizia fiscale che emergono a seguito delle scelte statunitensi, riaffermando il proprio impegno per una fiscalità giusta e solidale. La lotta per un’equità fiscale globale è appena iniziata, e l’Europa non può permettersi di tornare indietro.
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