■Antonio Loiacono
Il Parlamento Europeo ha respinto la proposta di discutere in aula il caso Open Arms, riguardante il processo a Matteo Salvini, presentata dalla Lega a nome del gruppo Patrioti per l’Europa. Paolo Borchia, capo delegazione della Lega, ha motivato la richiesta affermando che “quando una parte della magistratura adotta comportamenti di militanza politica, lo Stato di diritto viene minato”.
Nella seduta plenaria di Strasburgo, l’intervento dell’eurodeputato Pasquale Tridico ha avuto un impatto forte e deciso, mettendo in luce ciò che molti temevano: anche i politici, persino quelli ai vertici del potere, devono rispondere alla legge. E quando non lo fanno, le conseguenze possono essere devastanti per i più vulnerabili. Le parole di Tridico sono state una condanna senza mezzi termini all’operato del ministro Matteo Salvini, vicepremier del governo Meloni, in merito alle azioni compiute durante il suo mandato come Ministro dell’Interno, ed ai recenti sviluppi giudiziari che lo coinvolgono. Il ricordo dell’agosto 2019, quando Matteo Salvini bloccò per 19 giorni la nave della ONG Open Arms con 147 migranti a bordo, rimane un simbolo delle controverse politiche migratorie adottate durante il suo mandato come ministro dell’Interno. Salvini è attualmente sotto processo per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio e la recente richiesta della procura di Palermo di condannarlo a sei anni di carcere ha riportato alla ribalta il caso. Sebbene Salvini abbia cercato di difendersi con un video che offre una versione parziale degli eventi, la vicenda solleva ancora una volta questioni etiche e legali riguardo al trattamento dei migranti e al rispetto dei diritti umani. La richiesta dei PM è stata per Tridico un simbolo della necessità di riaffermare la legalità.
“Abbiamo scoperto in Italia nei giorni scorsi che anche i politici devono rispettare il diritto umanitario e le leggi!”, ha esordito Tridico, con una dichiarazione che ha risuonato come un monito non solo all’interno del Parlamento Europeo, ma anche in tutta Italia. Si riferiva chiaramente alle azioni di Salvini durante la sua gestione dei flussi migratori, quando, tra il 2018 e il 2019, l’allora Ministro dell’Interno chiuse i porti italiani alle navi delle ONG che salvavano migranti nel Mediterraneo.
“Ciò che ha fatto l’onorevole Salvini era oltre la legge! Soprattutto oltre il diritto umanitario,” ha continuato Tridico, accusando apertamente il vicepremier di aver sequestrato uomini, donne e bambini in condizioni disperate, lasciandoli in balia del mare, tra malattie e disperazione. Un’accusa che non riguarda solo questioni legali, ma soprattutto morali: come si può giustificare l’abbandono di persone in pericolo solo per una strategia politica?
Il governo Meloni, nato sotto la bandiera del populismo e della “difesa dei confini”, si è dimostrato fin dall’inizio “ostile” con chi difende i diritti umani e il rispetto delle leggi internazionali. L’idea di fermare i flussi migratori a tutti i costi, spesso con metodi brutali e disumani, si è rivelata essere il fulcro di una politica che mette il consenso di una minoranza xenofoba davanti al rispetto della vita umana.
Salvini, ora vicepremier, continua a portare avanti una visione che fa dell’immigrazione una minaccia e che sfrutta la paura come strumento politico. La stessa Giorgia Meloni, che ha costruito la sua carriera politica sul nazionalismo estremo e su una retorica anti-immigrazione, ha fatto poco per distanziarsi da questa linea, rendendo il suo governo simbolo di un populismo impopolare che, pur pretendendo di rappresentare il “popolo”, ignora sistematicamente le richieste di giustizia e umanità.
Tridico ha sottolineato con forza la gravità del comportamento di Salvini e del governo Meloni: “Questo non è un comportamento certamente corretto”, ha affermato, e non si tratta solo di una violazione delle leggi italiane, ma anche di quelle internazionali che tutelano i diritti dei rifugiati e dei migranti. Per quanto tempo ancora il governo italiano potrà permettersi di ignorare le sue responsabilità nei confronti di persone che fuggono dalla guerra, dalla povertà e dalla persecuzione?
Ma Tridico non si è fermato qui. Ha voluto ricordare un’altra tragedia che ha scosso profondamente l’Italia e l’opinione pubblica internazionale: la strage di Cutro. Un evento tragico, in cui decine di migranti hanno perso la vita a causa, secondo i magistrati, di gravi mancanze nei soccorsi. Anche in questo caso, il dito è puntato contro il governo Meloni, accusato di non aver fatto abbastanza per prevenire una strage annunciata.
La strage di Cutro è un doloroso capitolo di questa narrazione. Tridico ha sottolineato che, anche in questo caso, ci sono state gravi mancanze da parte dello Stato italiano. Le omissioni nei soccorsi, l’indifferenza davanti a un’emergenza umanitaria che avrebbe richiesto una risposta immediata e coordinata, hanno contribuito a rendere questa tragedia una ferita aperta nella coscienza collettiva.
“Questo vale anche per la strage di Cutro,” ha detto Tridico, richiamando l’attenzione su come le autorità abbiano fallito nel proteggere le vite umane, un dovere che dovrebbe essere alla base di qualsiasi governo. La politica del respingimento e della chiusura dei porti ha dimostrato non solo la sua inefficacia, ma anche la sua disumanità.
La verità che emerge da queste vicende è quella di un governo che, pur proclamandosi difensore del popolo italiano, si è dimostrato spietato e crudele verso i più deboli. Il populismo che lo sostiene non è altro che una maschera dietro cui si nasconde una politica basata sulla paura, sull’odio e sull’indifferenza verso chi soffre. Tridico, nel suo intervento, ha ricordato che le leggi e il diritto umanitario esistono per un motivo: per proteggere tutti, a prescindere dalla loro origine, dal colore della pelle o dalla loro condizione.
La promessa di Salvini e Meloni di “difendere gli italiani” sembra quindi vacillare di fronte alla realtà dei fatti: il loro governo ha difeso solo gli interessi di una minoranza rumorosa, ignorando i principi fondamentali di solidarietà e rispetto dei diritti umani.
L’intervento di Pasquale Tridico a Strasburgo non è solo una denuncia, ma un appello a tutta l’Europa affinché guardi con attenzione a ciò che sta accadendo in Italia. La richiesta dei PM di processare Salvini, così come le indagini sulla strage di Cutro, rappresentano un punto di svolta nella lotta per la giustizia e per i diritti umani nel nostro paese.
Il governo Meloni si trova ora di fronte ad una sfida cruciale: continuare a cavalcare l’onda del populismo o fare un passo indietro e riconoscere i propri errori. Ma una cosa è certa: la voce di chi lotta per la giustizia, come quella di Pasquale Tridico, non si spegnerà facilmente. E finché ci saranno persone disposte a parlare, ci sarà speranza per un futuro più giusto ed umano.
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