L’intero territorio, unito, dice no alla discarica di Scala Coeli.

Per l’ennesima volta avevano ragione i cittadini e le istituzioni locali. Il parere del Consiglio di Stato parla chiaro, dice che la pseudo-discarica di Scala Coeli non può entrare in funzione. Per questo il Dipartimento Politiche per l’ambiente, cioè la burocrazia regionale delle discariche, dopo essere stata inondata di diffide e comunicazioni da parte della cittadinanza ha “sospeso” l’ennesima sanatoria con cui a Febbraio aveva autorizzato la discarica. Si tratta dell’ennesimo, inevitabile segnale di anarchia istituzionale: per far rispettare a degli uffici pubblici (pagati per questo) un parere del Consiglio di Stato i cittadini hanno dovuto ricorrere a mezzi e forza di volontà straordinari. Un’anarchia che caratterizza tutto questo strampalato iter autorizzativo e che, guarda caso, si addensa in Calabria non appena si parla di discariche private, laddove una schiatta di speculatori ha costruito un impero economico che vale miliardi di euro. Ma questa non è l’unica notizia delle ultime ore. L’assemblea di ieri ha lanciato un segnale altrettanto chiaro ed inequivocabile, questa volta alla politica regionale: tutti i sindaci del basso ionio cosentino e dell’alto ionio crotonese, infatti, hanno presieduto l’assemblea convocata a Cariati proprio sulla questione discarica ed insieme alle associazioni a difesa del territorio, ai vertici regionali della Confederazione Italiana Agricoltori ed a centinaia di cittadini hanno ribadito l’assoluta contrarietà all’apertura di una nuova discarica su questo territorio. Non si tratta esclusivamente delle rimostranze nei confronti di un iter autorizzativo fumoso e indecente, ma si tratta, bensì, della volontà del territorio di voltare pagina e costruire un ciclo dei rifiuti che tuteli la salute dei cittadini, l’economia dei territori a partire da agricoltura e turismo e, visto che siamo in regime di austerità, le casse pubbliche, quello stesso ciclo dei rifiuti di cui ha parlato in campagna elettorale il presidente Oliverio ripetendosi ultimamente nell’incontro di Sibari. Ebbene è fin troppo evidente che autorizzare una discarica privata di rifiuti speciali, a pochi metri dalle falde acquifere e dal sito archeologico della battaglia tra Sibari e Crotone, con un progetto non rispettato, prescrizioni non rispettate, di proprietà di una delle solite ditte che con la mano destra si occupa di differenziata e con la sinistra lucra sulle “fosse” andrebbe in una direzione totalmente opposta. Né la Calabria è più disposta a tollerare il mantra dell’emergenza per rifilare le ormai consuete devastazioni in attesa di tempi futuri e di un orizzonte mai concreto: tale consuetudine avrebbe dovuto morire con la chiusura dell’ufficio del Commissario all’Emergenza Ambientale ed invece è sopravvissuta vergognosamente durante l’era Scopelliti. Ora il tempo è scaduto. Oliverio prenda atto non solo delle gravi anomalie di questa discarica, e quindi faccia fare formalmente ed immediatamente marcia indietro agli uffici, ma si renda conto della totale incoerenza politica in cui cadrebbe in prima persona se questa discarica fosse autorizzata, per altro contro la volontà coesa, coerente, trasversale e duratura dell’intero territorio. Privilegiando come sempre il confronto costruttivo ed il dialogo, l’assemblea ha deciso, in perfetta sinergia con i tanti sindaci presenti, di chiedere un incontro urgente al Presidente della Giunta Regionale per ottenere risposte immediate su questa questione. Nel malaugurato caso in cui tali risposte non dovessero arrivare, la società civile ha già programmato una serie di iniziative, come sempre civili e democratiche ma di certo decise, per manifestare il proprio dissenso rispetto alla esistenza della discarica di Scala Coeli ed a questo modo scellerato di gestire i rifiuti ed il territorio. Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

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