Un Paese fermo da tempo ai blocchi di partenza e senza prospettiva

Dopo un lungo tempo di silenzio e immobilismo, parte dell’opposizione in Consiglio comunale prova a chiedere un incontro dell’assemblea cittadina. A distanza di mesi, meglio di anni, non cambiano gli argomenti che si vorrebbero in discussione all’ordine del giorno. Uno scenario che resta immutato dove si fa finta di fare, ma tutto resta uguale senza alcun cambiamento. Un contesto rarefatto e impigrito. Staremo a vedere a cosa porterà l’istanza di convocazione, ma personalmente alla luce del passato, non nutro tanta speranza. C’é però un tema, forse ancora più importante di quelli posti, da alcuni Consiglieri di opposizione, all’attenzione dei vertici dell’amministrazione Sero. Chi si prende la responsabilità, rispetto ai cariatesi, di un Paese fermo da tempo ai blocchi di partenza e senza prospettiva? Chi ripaga della preoccupante staticità le persone che tengono alla comunità e che vivono il contesto cittadino? In definitiva, se c’é qualcuno che si chiede di chi siano le colpe della dominante precarietà che si percepisce ovunque e in ogni cosa, altrettanto dovrà pure esserci qualcuno che si assuma le responsabilità, evitando l’inutile copione dello scaricabarile. O mi sbaglio? Ebbene la miope politica che ha dominato in questi anni Cariati non può pensare di riproporsi come nulla fosse stato. Chi amministra una realtà deve sapere rispondere del proprio operato e del dramma che nulla é cambiato rispetto al suo inizio. Non si può rimanere estranei, rispetto a un progetto di Paese che ha mostrato nei fatti molti più passi indietro di quelli che si pensava facesse in avanti. Nicola Campoli

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