Le Lampare insistono per la soppressione definitiva della discarica di Scala Coeli

Il movimento giovanile “Le Lampare” non demorde per quanto concerne la lotta per la soppressione definitiva della discarica di Scala Coeli, realizzata ma temporaneamente chiusa per varie irregolarità e abusi relativi all’iter che ha portato alla realizzazione della stessa per rifiuti speciali non pericolosi in località “Case di Pipino”. In un comunicato il movimento ambientalista puntualizza che “Il dipartimento n. 6 della Regione Calabria aveva comunicato al momento della chiusura della discarica “che non sussistevano i requisiti per il nullaosta a sanatoria nei riguardi forestali e idrogeologici”, e che lo stesso dipartimento settore difesa del suolo e protezione civile della provincia di Cosenza per la mancata osservazione da parte della ditta appaltatrice Bieco delle prescrizioni rese in sede di conferenza dei servizi aveva dato in merito parere negativo. Ciò che maggiormente ha fatto infuriare Le Lampare è stato il comportamento verbale dell’assessore regionale all’ambiente Franco Pugliano che in un pubblico intervento non si è espresso, ad avviso del movimento ambientalista, in difesa del territorio di Scala Coeli, limitandosi ad affermare che “bisogna tutelare l’interesse del privato”. L’amministratore della regione, si sostiene nel comunicato, “finge di dimenticare che il ruolo di un assessore regionale all’ambiente è quello di tutelare la salute dei cittadini nonché dell’ambiente stesso. Ed è per gente come Pugliano che oggi, si afferma nel comunicato, importiamo il 7% dei rifiuti speciali non pericolosi dal resto dell’Italia”. Si tenta ancora oggi, sostengono Le Lampare, di risolvere il problema dei rifiuti solidi urbani con strumenti obsoleti quali discariche e inceneritori, lasciando volutamente la differenziata ai minimi.” “Non posiamo sopportare la realizzazione e messa in funzione di una discarica in un luogo che è un patrimonio paesaggistico, naturalistico e storico per questa parte di Calabria!” Al momento ci sono due procure che indagano e due dipartimenti, uno regionale e uno provinciale che si sono già espressi in modo negativo, bocciando un’eventuale possibilità di sanatoria. “Noi chiediamo, conclude il documento delle Lampare, stop al modello economico “spina dorsale” degli speculatori basato sull’importazione di rifiuti speciali non pericolosi e stop alla realizzazione di altre discariche per RSU; dare, invece, realmente il via alla raccolta differenziata”.

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