Il diritto alla salute e le regole di mercato Cose nostre!!!

Non vogliamo alimentare false speranze, né cavalcare mostri che generano solo confusione, risentimenti e intemperanze di vario genere. Ci teniamo a premettere questo punto fermo, perché siamo consapevoli della delicatezza e importanza dell’argomento, che non può, né deve prestarsi a qualsivoglia forma di speculazione o strumentalizzazione. Ma proprio per la sua importanza, al di sopra di ogni sospetto, vogliamo ritornare sull’argomento sanità prendendo spunto dalle recenti notizie sul caso dell’Ospedale di Tagliacozzo in provincia dell’Aquila, che un nostro caro amico, cariatese a Milano da tanti anni, ci ha segnalato con grande sollecitudine , a testimonianza dell’attaccamento che i nostri concittadini conservano per la loro terra di origine. Si tratta di un articolo pubblicato sul sito web www.ilfattoquotidiano.itn il 19 settembre u.s. che racconta le vicende giudiziarie, con esiti favorevoli, affrontate dai comitati locali in difesa dell’Ospedale di Tagliacozzo, comune di circa settemila abitanti, a vocazione turistica, con un bacino di circa 30 mila utenze. L’autore dell’articolo non usa mezzi termini e parla con linguaggio di chi mastica bene la materia, affermando che trattasi di “un importante precedente giuridico, grazie al quale potrebbe essere scongiurata l’eventuale chiusura di tutte le piccole strutture ospedaliere, presenti sul territorio italiano”. Questo fatto sembra aver messo in allarme la stessa Presidenza della Giunta Regionale Calabrese, che molto probabilmente teme per la tenuta dei provvedimenti adottati per la chiusura dei diversi ospedali della Calabria, tra cui anche quello di Cariati. La preoccupazione della Giunta calabrese per il precedente giuridico, per la verità ci coglie di sorpresa, visto che la stessa Giunta regionale già in altri “precedenti” ha mostrato il pugno di ferro eludendo persino la decisione della Corte Costituzionale dell’11 aprile 2011, relativa a deliberati della Giunta calabrese dichiarati illegittimi. Mi riferisco al caso della nomina di tre dirigenti regionali, rimasti al loro posto, nonostante la suprema Corte ne avesse decretato l’immediato licenziamento. Il caso raccontato dal famoso scrittore-giornalista Gian Antonio Stella è titolato “ La Corte si è fermata a Maratea – Tre costituzionalisti fai-da-te hanno deciso : le sentenze supreme non hanno efficacia nella Regione Calabria” . Se ne consiglia la lettura su “Corriere della sera-sette” del 21 settembre u.s. Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire e le cose possono sempre cambiare!…… Lungi da noi, lo abbiamo detto all’inizio, la velleità di riaprire vecchie ferite che purtroppo ancora sanguinano, e non credo si potranno mai chiude. E neppure vogliamo alimentare false speranze. Il nostro vuole essere un appello a non desistere mai dalla lotta per la difesa del diritto alla salute. Nei modi e nelle forme civili e democratiche, congeniali al contesto sociale e compatibili col sistema economico e finanziario, senza mai rassegnarsi o rinunciare, nella ferma convinzione che la conquista dei diritti sociali, come la Storia ci insegna, comporta sempre lotte e sacrifici. Non c’è dubbio che tra i diritti sociali, quello all’assistenza sanitaria è fondamentale , a garanzia del diritto alla salute come previsto nella Carta Costituzionale. Non vogliamo fare retorica, ma soltanto stigmatizzare che la tutela di un diritto sociale così essenziale non può essere subordinato o scalfito da regole di mercato, specie se quelle regole sono taroccate. Nella storia recente della nostra Regione abbiamo dovuto registrare enormi paradossi , come quello di strutture sanitarie, in linea con i migliori parametri di produttività, costrette al default grazie allo stillicidio di una politica sanitaria locale che ha finito di paralizzare anche chi era in grado di camminare in autonomia. Ne è esempio la storia dell’ospedale di Cariati. Se poi ci si vuole cimentare con le regole di mercato, bene !!! Ma dobbiamo fare i conti pure con i costi della politica e qui le cifre e il suo impiego fanno solo rabbia e vergogna, ammesso che ci sia rimasto ancora posto per tale sentimento. Le cronache di tutti i giorni purtroppo parlano chiaro per tutti, tranne per quelli della casta che sono abili a mistificare i costi della politica con quelli della democrazia. Ma qui il discorso si fa lungo, anche se interessante….. Il diritto alla salute è di valore incommensurabile, e come tale non scalfibile da leggi di mercato. Si badi bene che noi parliamo di tutela della salute, non di rivendicazioni campanilistiche, e abbiamo il diritto di sapere in che modo si intende rispondere alla domanda di sanità delle nostre popolazioni, QUI ED ORA, senza trionfalistici rinvii a programmazioni che non vedranno mai la luce del sole e che comunque saranno sempre superate dai tempi. I disservizi della sanità, da più parti denunciati pubblicamente in questi mesi nel nostro territorio, con episodi che offendono la dignità della persona umana, non depongono bene neppure per quelle realtà che si ritenevano privilegiate. Mi riferisco soprattutto a Rossano che, in solitudine, ha voluto inseguire sogni che si sono rivelati chimere. Le battaglie, specie quelle di una certa importanza, vanno fatte insieme, con una visione ampia dei bisogni del territorio, non limitata ai confini municipali. Chissà se il precedente giudiziario dell’Ospedale di Tagliacozzo riuscirà a superare la fiumara Castrocucco, che segna il confine con la vicina Basilicata, e dare un impulso nuovo alla dialettica dell’assetto sanitario calabrese, con riguardo alle reali esigenze delle nostre popolazioni, senza privilegi per questo o quel lembo di territorio, che prima o poi si rivelano effimeri e controproducenti e comunque non idonei alla tutela di quel sacrosanto diritto che è quello della salute. Allegato testo dell’articolo “Sanità, Tagliacozzo batte Regione e Governo : l’ospedale non sarà chiuso” pubblicato sul sito web www.ilfattoquotidiano.it

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