■Antonio Loiacono
Sotto il cielo di Roma, tra i tetti del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, si è consumato un dramma degno di una tragedia greca: le 50mila api del ministro Francesco Lollobrigida, vessilli ronzanti della biodiversità, sono state brutalmente sterminate da un’orda di vespe e calabroni.
Esatto, avete capito bene: vespe e calabroni, i nuovi “villain” dell’ecosistema!
Il ministro, visibilmente affranto, ha annunciato su Instagram la triste notizia, perché si sa, non c’è tragedia che non meriti un post con tanto di hashtag strappalacrime.
Ma non temete, cittadini! Gli apicoltori della FAI sono accorsi come dei veri supereroi della natura, armati di nuovi alveari, per ristabilire l’ordine e la pace sul tetto del Masaf.
Da oggi, le api torneranno a produrre miele ed il mondo potrà respirare di nuovo, grazie all’infaticabile lotta contro le terribili vespe. Le prime vittorie sono già state riportate: “I predatori sono stati eliminati quando possibile”, ha dichiarato il ministro. Nessuno tocchi l’apiario del Masaf!
Il progetto “Apincittà”, lanciato lo scorso maggio per celebrare la Giornata delle Api, si riconferma come la grande epopea del nostro tempo. Un’ardita iniziativa tricolore che ha visto le api sventolare la bandiera italiana dal tetto del Ministero, solo per essere barbaramente attaccate dalle vespe. Ma la resilienza dell’apiario ministeriale è più forte di qualunque attacco. Del resto, come il ministro ci ricorda, “la biodiversità va protetta, e lo faremo”.
Non si può non ammirare la prontezza con cui è stato sostituito l’alveare: “Abbiamo reintegrato la prima famiglia e presto passeremo alla seconda”, ha rassicurato il presidente della FAI. Le famiglie d’api, pare, hanno il trattamento VIP garantito direttamente dal governo. E voi, vi chiedete mai se meritate così tanto?
Quindi, mentre il governo si occupa di trovare metodi “naturali” per difendere il loro eco-orticello urbano, noi cittadini possiamo continuare a gustarci il miele, certo, ma non dimentichiamo di portare una ventola antimicrobica ogni volta che ci avviciniamo al ministero… in caso le vespe decidano di fare un’altra visita a sorpresa.
D’altronde, nella grande opera della biodiversità, chi non ama un po’ di dramma?
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