LA DEVOZIONE ED IL CULTO PER SANTA RITA DA CASCIA A CARIATI HANNO AVUTO INIZIO AI PRIMI DEL NOVECENTO, NEL BORGO MARINARO

Nel 2014 è stato realizzato  con successo un Gemellaggio tra Cariati e  la città natale della santa, e c’è stato uno scambio di visite ufficiali tra i rappresentati civili e religiosi delle due città. Il ricordo di un testimone di quell’evento.

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di Franco LIGUORI, storico

Nel primo decennio del Novecento la borgata “Marina di Cariati”( così era denominata allora)” aveva raggiunto una popolazione di 500 abitanti, ed è per questo che il vescovo dell’ epoca, mons. Giovanni Scotti, nel 1913, decretò l’elevazione a parrocchia dell’ antica chiesetta di S. Maria delle Grazie che, originariamente, era semplicemente l’oratorio di un piccolo convento di Domenicani, passato poi ai Cappuccini. Nel corso degli ultimi cento anni, questa chiesa con l’annessa parrocchia, ha rappresentato il punto di incontro vitale, sul piano religioso e devozionale, della comunità della Marina. A partire dagli anni Trenta, alla festività della Madonna delle Grazie, la più importante della parrocchia, si è aggiunta una particolare devozione per S. Rita da Cascia, “l’avvocata dei casi impossibili”, la cui festa , il 22 maggio, è molto sentita dai Cariatesi, tanto che il nome “Rita” risulta tra i più diffusi nella popolazione femminile locale.

Nell’aprile 2014, mentre il paese era amministrato dalla Giunta presieduta dal sindaco Filippo Sero e la Diocesi di Rossano Cariati, da Mons. Santo Marcianò, fu realizzato, grazie anche al forte impegno del dinamico parroco Don Angelo Bennardis, un importante Gemellaggio tra la nostra cittadina e la città natale di Santa Rita, che, per essere più precisi, è Roccaporena, frazione di Cascia, in provincia di Perugia. Calorosa fu l’accoglienza riservata ai Cariatesi dai Casciani.

Nella Sala Consiliare del Palazzo Frenfanelli, sede del Municipio, ci fu uno scambio di saluti e di doni fra le delegazioni delle città gemellate. Chi scrive, insieme al fratello Romano, fu presente a quell’evento, e prese la parola come storico, illustrando , in una sua specifica relazione, l’origine del culto di Santa Rita a Cariati. A distanza di sette anni da quella riuscita iniziativa culturale, che fece conoscere in Umbria, il nome e la storia della nostra cittadina, già molto apprezzata dal sindaco Gino Emili e dagli altri componenti della delegazione di Cascia, quando furono loro in visita a Cariati, il 25 aprile 2014. Crediamo di far cosa gradita ai parrocchiani di S.Maria delle Grazie, e ai Cariatesi tutti, riproponendo quella relazione, pubblicata nel libro “La parrocchia di S.Maria delle Grazie a cent’anni dalla sua istituzione” , a cura di  Franco e Romano Liguori (Tipografia Orlando, 2014):

Origine del culto di Santa Rita a Cariati

“ Da attento custode, insieme a mio fratello Romano, delle memorie storiche locali, rievocate e raccontate in varie pubblicazioni, posso dirvi che questo Gemellaggio tra le nostre due comunità, con connotazioni non solo religiose, ma anche civili, è già iscritto tra gli eventi storici più significativi della nostra Città. Sicuramente, esso sarà riportato nelle nostre prossime pubblicazioni di storia cittadina, col rilievo dovuto.

Cariati nutre per Santa Rita, una devozione e una venerazione antica, che risale ai decenni immediatamente successivi alla sua canonizzazione, avvenuta nell’anno 1900, mentre era sul soglio pontificio papa Leone XIII, il papa della “Rerum novarum”, l’enciclica  dedicata ai problemi della condizione operaia, e la cattedra vescovile di Cariati era retta da mons. Giuseppe Barillari, un vescovo giovane e molto attivo, proveniente da una diocesi calabrese (Mileto, oggi Mileto-Nicotera-Tropea ), in cui era molto diffuso il culto per S. Rita (a Tropea c’era e c’è tuttora un “Ospizio di S. Rita”, sede e rifugio dei poveri e degli anziani; a Parghelia, altro centro di quella diocesi, si celebra, ogni anno, il 22 maggio, come a Cariati, la festa di S. Rita). Coincidenze dovute al caso? Io credo che ci sia, in queste coincidenze, qualcosa che proviene dall’alto.

Ma torniamo alla storia delle vicende terrene! Erano, quelli, anni di grande cambiamento non solo nella società civile, che vedeva l’avanzata inarrestabile dell’industrialismo, la crescita del movimento operaio e le prime manifestazioni della società di massa, ma anche nel mondo della Chiesa cattolica, che cercava di adeguarsi alle mutate condizioni storiche, impegnandosi a supplire ai fenomeni di disgregazione sociale e di perdita di identità indotti dall’urbanizzazione, con una struttura organizzativa capillare e collaudata: quella delle parrocchie, delle associazioni caritatevoli, dei movimenti di Azione Cattolica, tutte iniziative che trovarono rapida attuazione in tutte le diocesi d’Italia, ed anche nella nostra Diocesi di Cariati, retta dal 1911 al 1918, da un grande vescovo, colto e sensibile ai problemi sociali, che corrisponde al nome di Giovanni Scotti.

Le parrocchie rappresentavano, in quegli anni, centri vitali di aggregazione sociale e religiosa, ma anche punto di riferimento per i bisognosi.  E fu proprio nella parrocchia di S. Maria delle Grazie, istituita da Mons. Scotti nel 1913 ed operativa dal 1914, con una popolazione di 500 fedeli, che, nei primi decenni del Novecento, si introdusse il culto e la devozione per S. Rita, mai più abbandonato da allora e protrattosi vivo e forte fino ai giorni nostri, ed ora rinvigorito e rafforzato da questo storico Gemellaggio fra Cascia e Cariati.

La Marina  di Cariati, che , agli inizi del Novecento, prese a riservare devozione e venerazione  alla Vostra Santa, era, a quel tempo, un umile borgo di pescatori, che vivevano alla giornata, strappando a fatica, con la precaria e rischiosa attività della pesca, praticata con modeste e insicure piccole barche a remi, il sostentamento minimo per i loro figli. Questi poveri pescatori dovevano ogni giorno raccomandarsi a qualche santo per rientrare dal mare con la vita salva e un po’ di pescato, per mandare avanti economicamente la famiglia. E, allora, quale protezione più rassicurante per loro, di quella garantita da S. Rita da Cascia, la ”novella” Santa,  a tutti nota come “la santa degli impossibili”, “l’avvocata dei casi disperati”, da poco canonizzata da Papa Leone XIII, e il cui culto andava rapidamente espandendosi in Italia e nel mondo, e, quindi, anche in Calabria? Fu così che, nella neonata parrocchia di S. Maria delle Grazie, fu introdotto con entusiasmo il culto per questa nuova santa, che fece breccia nel cuore dei Cariatesi, i quali presero a venerarla regolarmente, ogni anno, il 22 di maggio, dopo aver dotato la loro chiesetta, di una bella ed artistica statua della santa, in cartapesta di fabbricazione leccese, iconograficamente rappresentata in modo insolito, con un bell’angelo custode alle sue spalle.

Questo mio “inquadramento storico” del culto di S. Rita a Cariati, penso che dimostri  chiaramente la duplice valenza della devozione e della venerazione dei Cariatesi per  la Santa  di Cascia: religiosa e civile, ad un tempo, proprio come il Gemellaggio che stiamo celebrando, nel nome di S.Rita, tra Cascia e Cariati, due cittadine, accomunate, tra l’altro, da un passato storico molto simile, pur se geograficamente distanti tra loro, nella centrale Umbria la prima, nella meridionale Calabria la seconda. Cascia e Cariati sorsero come centri urbani, entrambe in età medievale, la prima come “castello di pendìo”, in un sito favorito dalla naturale confluenza dei collegamenti per la montagna nursìna e per la campagna romana, la seconda come borgo fortificato, su un colle a breve distanza dal mare, in un punto strategico della costa jonica calabrese. La vostra cittadina è ricca di antiche chiese e palazzi gentilizi; fatte le dovute proporzioni, anche Cariati non manca di  analoghe testimonianze storico-artistiche del suo plurisecolare passato. E, poi, se proprio vogliamo cercare altre analogie tra Cascia e Cariati, non facciamo fatica a trovarle, partendo, questa volta proprio da S. Rita, che è nata nella vicina” Roccaporena”, chiaramente un “centro fortificato”, come si evince dal suo toponimo, proprio come la nostra Cariati, anch’ essa nata come “centro fortificato”, come “rocca”,  costruita a mo’ di fortilizio dai Bizantini, poco prima del Mille, e, poi , tra il XV e il XVI secolo, cinta da mura, dai suoi signori feudatari: i Ruffo e gli Spinelli.

“Roccaporena” e “Rocca dei Ruffo e degli Spinelli”, quindi, due centri, due comunità civili e religiose accomunate dalla fede in S. Rita da Cascia. Due comunità che si sono conosciute, si sono confrontate con grande spirito di amicizia, facendo proprio il messaggio di pace, di fratellanza, di riconciliazione, insito nel luminoso esempio lasciato a noi in eredità dalla Santa dei casi impossibili”  (F. Liguori.)

Per saperne di più

Franco e Romano LIGUORI, “La parrocchia di S.Maria delle Grazie a 100 anni dalla sua istituzione”-  Tip. Orlando, Corigliano C. 2014

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