La campagna elettorale a Cariati al tempo dei social network

Non confondere la "lotta politica" con la "guerriglia" sui social network

Politica e social network

Era inevitabile e al passo con i tempi che lo svolgimento di una parte della campagna elettorale, già in itinere, fosse scandita da tempi e modalità derivanti dall’uso dei social network che vanno per la maggiore.

Per essere precisi, tutto sembra materializzarsi su facebook. Fin qui nulla di nuovo, se non il piacere egoistico di tanti di cogliere, anche se a distanza, spaccati e particolarità di come intendono muoversi i tre candidati.

Sino alla fine della prima decade degli anni 2000 le campagne elettorali erano caratterizzate dall’uso dei manifesti e dei santini, passando per comizi e riunioni cui, però, cominciavano ad affiancarsi strumenti online statici e dalla scarsa interattività.

A partire dalla fine dei primi anni 2000 in Italia si sono diffuse le principali piattaforme di social networking, come Facebook, YouTube e Twitter. Candidati e partiti politici hanno, quindi, fatto il loro ingresso nel nuovo sistema informativo.

L’economicità del mezzo, la sua facilità d’uso, la possibilità di una comunicazione diretta con un’ampia platea di cittadini, nonché la sua rapida diffusione fra la popolazione italiana sono solo alcuni dei fattori che spiegano quello che sotto gli occhi di tutti sono diventati gli strumenti di comunicazione politica online più utilizzati.

Una piccola e breve riflessione.

Occorre afferrare il lato positivo dei social network.

Ad esempio, per la campagna elettorale in corso, si capitalizzi, attraverso tali strumenti informatici, il sano confronto trasversale e costruttivo dei differenti raggruppamenti politici che portano all’ascolto degli elettori, altresì raccogliendo proposte e idee.

Quello che non bisogna alimentare è la svilente e inutile polemica. Fine a se stessa. Non serve a nessuno. Non serve principalmente a Cariati. Non genera consenso. Al contrario, spinge molti a rinunziare al voto.

Speriamo che Cariati diventi al contrario un sano laboratorio di confronto politico anche utilizzando in positivo e in modo proficuo i social network. Affinché ciò si realizzi, tutti devono contribuire.

Insomma bisogna fare uno sforzo comune. Non confondere la “lotta politica” con la “guerriglia” sui social network. Con tale comportamento, é bene ricordarlo, si costruisce poco. Oltretutto solo sapendo coltivare questa distinzione precisa, si difendono le proprie idee.

Nicola Campoli

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