IL MINISTRO URSO: “GRAVE RAMMARICO PER L’ADDIO DI BAKER HUGHES AL PORTO DI CORIGLIANO-ROSSANO”

Adolfo Urso

Antonio Loiacono

Il progetto di Baker Hughes-Nuovo Pignone per un nuovo insediamento industriale nel porto di Corigliano-Rossano è stato ufficialmente abbandonato, causando non poco rammarico. Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (FDI), in una lettera indirizzata al sindaco della città, Flavio Stasi: un’occasione mancata per l’intero territorio, che avrebbe potuto vedere nel porto un volano di sviluppo logistico e industriale.

Il progetto, che era stato dichiarato “strategico” dal ministero, prevedeva investimenti significativi per trasformare il porto di Corigliano-Rossano in un nodo produttivo e logistico di rilievo. “Si tratta di un progetto fortemente strategico per il territorio,” ha sottolineato Urso, facendo leva sulla possibilità di riqualificare un porto ancora largamente sottoutilizzato. Oltre al sito industriale di Corigliano-Rossano, l’investimento includeva anche l’ampliamento di un’altra struttura produttiva a Vibo Valentia. Questo piano complessivo avrebbe potuto portare posti di lavoro, stimolare l’economia locale e rafforzare la presenza industriale in un’area che spesso fatica ad attrarre grandi imprese.

Tuttavia, secondo la lettera di Urso, sarebbe stato proprio un ricorso procedurale presentato dall’amministrazione comunale a bloccare l’iter autorizzativo del progetto, suscitando malcontento e preoccupazioni sia nel ministero che nell’azienda. “L’incertezza giuridica dovuta alla presa di posizione dell’Amministrazione avrebbe pregiudicato un investimento che ben difficilmente può realizzarsi in un contesto d’incertezza,” ha spiegato il ministro, ribadendo la delusione per una decisione che potrebbe costare cara a livello economico e sociale.

Il ricorso dell’amministrazione ha infatti innescato una serie di rallentamenti burocratici, con la prospettiva di convocare una nuova Conferenza dei servizi ed ulteriori lungaggini che hanno reso la situazione “imprevedibile” per Baker Hughes. L’azienda, che opera in un mercato altamente competitivo e regolato, non può permettersi una tale incertezza temporale e giuridica.

Concludendo la lettera, Urso ha lanciato un appello diretto al sindaco Stasi, chiedendo una riapertura del dialogo ed una maggiore collaborazione da parte dell’amministrazione comunale per evitare di vanificare un investimento così importante. “Auspichiamo che l’Amministrazione voglia considerare la possibilità d’intraprendere un’interlocuzione finalizzata al più ampio sostegno al progetto nei termini in cui è stato presentato,” ha scritto Urso, suggerendo che un atteggiamento meno rigido su “meri aspetti procedurali” potrebbe sbloccare un progetto dal grande potenziale.

Questa vicenda solleva una questione annosa e irrisolta: il peso della burocrazia e della conflittualità amministrativa in Italia, capace di affossare investimenti che potrebbero contribuire allo sviluppo economico di interi territori. La rinuncia di Baker Hughes suona come un campanello d’allarme per tutte quelle amministrazioni locali che, pur rivendicando l’autonomia, talvolta rischiano di scoraggiare, se non bloccare, investimenti strategici.

L’abbandono di un progetto di tale portata nel Sud Italia non è una perdita da poco. In una regione in cui lo sviluppo economico richiede sforzi significativi ed una collaborazione attiva tra pubblico e privato, ogni investimento fallito è un’occasione che sfuma e che difficilmente può essere recuperata. La “certezza giuridica” richiamata dall’azienda, così come la stabilità burocratica, sono oggi più che mai elementi indispensabili per attrarre capitali ed incentivare investimenti a lungo termine.

Il rammarico espresso dal ministro Urso non è solo una formalità: è un segnale dell’urgenza con cui l’Italia deve affrontare i suoi cronici problemi di burocrazia e di conflittualità tra amministrazioni. Resta da vedere se il Comune di Corigliano-Rossano prenderà in considerazione l’invito a collaborare, salvando in extremis il progetto, o se questa resterà una storia amara di investimenti persi, che si aggiunge alla lunga lista di opportunità sfumate in territori che ne avrebbero disperato bisogno.

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