Il Dipartimento degli abusi continua imperterrito. Il neo-direttore Pallaria dia delle risposte.

Il Dipartimento Politiche per l’Ambiente della Regione Calabria, cioè l’ufficio che ha ereditato i poteri (ed anche le prassi) del famigerato Commissario all’Emergenza Ambientale, continua, in perfetta continuità col passato, ad ignorare non soltanto i pareri di intere ed interessate comunità, ma anche quello delle istituzioni locali e persino del Consiglio di Stato. Sembra, infatti, che lo stesso dipartimento nei giorni scorsi abbia concesso l’ennesimo condono alla fossa privata di Scala Coeli, chiamata impropriamente discarica, aprendo all’ipotesi dell’inizio dei conferimenti, inizio che lo ricordiamo, non è mai avvenuto perché quel sito non era e non è idoneo a ricevere rifiuti. Ci chiediamo: siamo in Italia o in uno stato a parte? Se la Calabria è una regione italiana, allora i lautamente pagati dipendenti pubblici del Dipartimento Ambiente, come per esempio l’arch. Reillo ed il direttore Pallaria, dovrebbero accettare il parere del Consiglio di Stato dello scorso Aprile che recita, inequivocabilmente, che la discarica non può entrare in funzione perché in una area non idonea, cioè esattamente quello che sosteniamo noi da anni. Non solo: il neo-direttore Pallaria dovrebbe preoccuparsi del fatto che i propri uffici stanno percorrendo da anni un iter autorizzativo totalmente inventato perché finalizzato all’apertura di un impianto che non potrà mai entrare in funzione se non in maniera illegale, da una parte impiegando risorse pubbliche (alla faccia della spending review) e dall’altra rischiando di generare, a causa della propria incoerenza, conflitti e divisioni sociali ed istituzionali. Di tutto questo noi chiederemo il risarcimento, come cittadini e come comunità, alla Regione Calabria, ma di tutto questo, il neo-direttore del Dipartimento Ambiente Pallaria è al corrente o no? Ed il governatore Oliverio? Siamo da mesi in attesa di quella discontinuità col passato di cui la Calabria, soprattutto su temi tanto delicati come rifiuti e sanità, ha urgente bisogno, una discontinuità di cui ancora non abbiamo traccia dal momento che il dirigente-padre di ogni mega-sanatoria inaccettabile sulla Fossa di Scala Coeli, seppur orfano del ex-direttore Gualtieri, continua a fare il bello ed il cattivo tempo, in un regime di anarchia dominato, guarda caso, dagli stessi privati che dominavano all’epoca del commissariamento. Non esiste nessuna alternativa: tale iniziativa deve essere formalmente ritirata, il dipartimento prenda atto del parere del consiglio di Stato e del fatto che sulla strada sono state realizzate opere abusive e chiuda l’iter autorizzativo imponendo il ripristino dello stato dei luoghi come era prima dell’inizio di questa triste avventura. In attesa di risposte istituzionali, informeremo le Procure della Repubblica competenti. Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

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