Il ciclo dei rifiuti è una frana continua. Dov’è la differenziata?

Quello che troviamo ai bordi delle strade in questi giorni, per la cinquantesima volta negli ultimi anni, è il risultato di un ciclo dei rifiuti sbagliato ed è la cartina di tornasole di una raccolta differenziata inesistente non solo sul nostro territorio, ma in tutta la Calabria. Se ci fosse una differenziata seria, infatti, la quantità di rifiuti accantonati nei cassonetti sarebbe il 10% di quella che c’è adesso e conseguentemente non ci sarebbe stata nessuna crisi. La discarica di Pianopoli frana come se fosse un luogo qualsiasi, ed invece è il terminale dei rifiuti di tutta la regione, dovrebbe essere quindi esempio di sicurezza ed efficienza ed invece dimostra chiaramente, ancora una volta, come il modello basato su discariche private ed incenerimento sia una vera e propria catastrofe per il nostro territorio. Ma non è stata l’unica discarica a franare. I cittadini rossanesi probabilmente non lo sanno, ma nei giorni scorsi è franata anche la discarica di Bucita, posta sotto sequestro nel 2009 per disastro ambientale e recentemente dissequestrata, non si sa bene per quale ragione e sulla base di quali rilievi. Invitiamo le autorità competenti, a partire dal Sindaco, ad appurare le conseguenze dei ripetuti smottamenti in quella bomba ecologica che è il polo “tecnologico” di Bucita, con particolare riferimento alle discariche: dove finisce il percolato? Quali conseguenze ha avuto lo smottamento dei giorni scorsi? Ma soprattutto, quando interverrà la sacrosanta bonifica del nostro territorio profondamente contaminato dalle discariche e dallo pseudo impianto di trattamento? Una bonifica che, senza alcuna giustificazione, non è presente nel Piano delle Bonifiche dell’Assessore Pugliano. Inoltre continuiamo a chiedere a che punto è il progetto di raccolta differenziata per il territorio, una raccolta differenziata che compare solo nelle pubblicità e non è ancora minimamente partita né pianificata. Perché i comuni del territorio, a partire dal comune di Rossano, non hanno ancora messo a punto un sistema di raccolta porta a porta che funziona, come dimostrato da città molto più popolose come Salerno, e crea decine di posti di lavoro in più? Perchè, piuttosto di chiedere chiarimenti su un ciclo dei rifiuti scellerato, non si pretende dalla Regione la creazione di una filiera del riciclo e del riutilizzo, che in altri territori rappresenta non tanto un modello sostenibile, quanto un settore produttivo enorme? In attesa di risposte che attendiamo da anni, ribadiamo l’urgenza di bonificare la discarica di Olivellosa e l’intero territorio di Bucita per riportare quella florida parte di territorio alla propria vocazione naturale, sperando di riuscirlo ad ottenere prima che tutto il veleno depositato nella pancia della terra frani verso il mare. Comitato in difesa di Bucita e del Territorio

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