E così sono tornate.
Diciamoci la verità: tutti, quando le hanno rapite e le loro foto sono state diffuse su tutti i giornali, ci siamo chiesti: ma quelle due ragazzine sono pazze? E le loro famiglie sono incoscienti? Sono giovani, carine, vivaci ; ma quando sono partite, ci siamo chiesti, si rendevano conto, queste due ragazzine e le loro famiglie di quello che stavano facendo?
Molti fra noi, ammettiamolo, si sono anche detti: “In Siria? Con la guerra civile in corso, con gli stupri, i bombardamenti, i gas nervini, gli integralisti, il tutti contro tutti? Ma su quale pianeta vivono, quelle due ragazzine? E che razza di coscienza hanno, le loro famiglie? Ma te la do io, la Siria!” Così avrebbero detto molti, forse anche io.E invece del biglietto aereo, avrebbero consegnato a quelle due ragazzine un paio di sonori scapaccioni.
Ma loro sono partite. Si sa come sono i giovani: idealisti, sognatori, generosi. E anche incoscienti.
E poi le hanno rapite. L’ultimo dellanno le abbiamo viste, in quel filmato su Youtube, pallide, emaciate, con quell’orribile costume islamista a coprirle integralmente, solo il viso bianco fuori da quel manto nero, gli occhi bassi, la voce spezzata di una delle due che implorava: «aiutateci».
E le abbiamo aiutate. Le abbiamo aiutate perché non si poteva fare altro. Lasciarle là, in attesa che qualcuno le filmasse di nuovo mentre piantava loro una pallottola in testa o le decapitava? Quale padre, quale madre, quale ministro, quale governo avrebbe potuto sopportare una cosa del genere? E quelli che ora non del tutto a torto s’indignano per i soldi (forse) pagati per il riscatto, soldi che rischiano di tramutarsi in bombe, kalashnikov e cinture esplosive, che avrebbero detto se in Italia Greta e Vanessa, ammesso che ci fossero tornate, ci fossero tornate a pezzi, richiuse in due casse?
Sono contento che ora Greta e Vanessa siano a casa, anche se come tanti, forse tutti, mi dico che certi slanci di generosità bisognerà, d’ora in poi, misurarli col metro del buon senso.
Non bisogna tarpare la generosità e lo spirito umanitario dei giovani come Greta e Vanessa. È giusto e doveroso prestare aiuto alle popolazioni che subiscono la tragedia delle guerre civili e religiose. Ma sarà meglio, d’ora in poi, invitarli a lasciare che ad occuparsene sia chi è attrezzato per farlo: non è, quello, un mestiere per ragazzine in preda a slanci umanitari.
Altrettanto prezioso, il loro aiuto, sarà se lo presteranno da casa: raccogliendo fondi, sensibilizzando la gente, collaborando nell’accoglienza dei profughi. Non è tempo di eroi, questo: l’eroismo, per quanto involontario, rischia di diventare un terribile boomerang e di far poi cadere sulla testa dei generosi e ingenui suoi praticanti l’accusa di velleitarismo e di protagonismo, quando non di contiguità e complicità con i terroristi.
Bentornate, Greta e Vanessa. Vi voglio bene. Quest’esperienza vi ha fatto diventare adulte nel modo più atroce: lo dimostra il contrasto stridente fra il prima e l’adesso. Ritrovate la voglia di sorridere, sciogliete i vostri capelli e tornate ad essere le ragazzine sorridenti di prima; e continuate, anche, ad essere generose e sensibili: il mondo ha bisogno di persone come voi.
Ma, per favore, prima di lanciarvi di nuovo in imprese troppo grandi e pericolose per ragazzine della vostra età, pensateci due volte e poi lasciate stare: ve lo chiedo per voi e anche per chi, dopo, deve aiutarvi e rischia di sbagliare, qualunque cosa faccia, se vi trovate di nuovo nei guai.
Giuseppe Riccardo Festa
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