
■Antonio Loiacono
Un episodio inquietante, che solleva interrogativi sul rispetto dei diritti civili, si è verificato sabato scorso a Cosenza, dove il giornalista Gabriele Carchidi, conosciutissimo direttore del blog Iacchité, è stato fermato e successivamente malmenato dalle forze dell’ordine per essersi rifiutato di esibire i documenti durante un controllo. Un controllo legittimo, certo, ma la reazione spropositata della polizia lascia sgomenti. (Frame del video in calce all’articolo)
Secondo il racconto di Carchidi, l’intervento degli agenti si sarebbe trasformato in un’aggressione fisica, culminata con l’uso delle manette, il trasporto forzato in questura e persino una perquisizione corporale con obbligo di denudarsi. Una procedura che, in questo caso, appare eccessiva e punitiva nei confronti di un cittadino fermato mentre faceva jogging!
A rendere il tutto ancora più preoccupante è il presunto commento di uno degli agenti, che avrebbe accusato il giornalista di essere un “diffamatore”. Se la narrazione di Carchidi fosse confermata, ci troveremmo di fronte a un inquietante tentativo di intimidazione ai danni di un giornalista scomodo.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo sulla vicenda, ha ribadito la sua fiducia nella versione fornita dalla Questura, che, a suo dire, avrebbe già chiarito l’accaduto attraverso un comunicato ufficiale: “Il comunicato della Questura ha dato la spiegazione ufficiale, non ho motivo di ritenere che ci sia qualcosa di diverso da quello che è stato detto”, ha dichiarato il ministro, evitando di esprimere giudizi sulla possibile sproporzione dell’intervento.
“La resistenza opposta dalla persona oggetto del controllo – si legge nel comunicato della Questura di Cosenza- ha reso necessario utilizzare le standardizzate procedure di contenimento per accompagnare il soggetto in Questura al fine di completare l’accertamento. Tutti gli atti redatti dal personale operante, compreso il materiale video pubblicato dall’interessato, sono stati già trasmessi alla Procura della Repubblica per consentire una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti”.
La vicenda, ovviamente, non finirà sotto silenzio. Alleanza Verdi e Sinistra, con il capogruppo al Senato Peppe De Cristofaro, ha annunciato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al ministro dell’Interno. Anche la deputata M5S Anna Laura Orrico ha sottolineato la necessità di “fare piena luce sull’accaduto”.
Non si discute il diritto della polizia di effettuare controlli, ma è doveroso interrogarsi sulla sproporzione delle reazioni e sulle modalità adottate. La brutalità mostrata in questa occasione rischia di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine, che hanno il compito di garantire sicurezza, non di esercitare repressione con modalità che ricordano tempi e regimi che si sperava superati.
In attesa di risposte dalle istituzioni, esprimiamo la nostra piena solidarietà a Gabriele Carchidi, auspicando che si faccia chiarezza su una vicenda che getta ombre inquietanti sul rispetto dei diritti fondamentali nel nostro Paese.
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