ESCLUDERE LA CALABRIA DALL’ELENCO DELLE REGIONI ROSSE

Prot. CdS n. 17 del 04.11.2020

Gent.mo
Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Conte
SEDE
Gent.mo
Ministro della Salute
On. Roberto Speranza
SEDE

OGGETTO: RICHIESTA DI ESCLUSIONE DELLA CALABRIA DALL’ELENCO DELLE REGIONI CON REGIME PIU RIGIDO RISPETTO ALLE MISURE DI CONTENIMENTO DEL CONTAGIO
Da molte ore si susseguono notizie secondo le quali la Calabria, inserita nell’elenco delle regioni con più alto rischio, relativamente alla diffusione del contagio da Covid-19, sarebbe fatta destinataria di misure più rigide finalizzate al contenimento del contagio con evidenti e gravi quindi ripercussioni economiche e sociali.
Preciso che nessuno tra gli amministratori della Provincia di Cosenza ha mai avuto un atteggiamento superficiale o vagamente negazionista al contrario, nella prima fase di lockdown, quasi tutti abbiamo accompagnato le misure del Governo con grande severità, spesso integrandole, talvolta anticipandole.
Né intendiamo sottovalutare i rischi della fase attuale, per la quale condividiamo la medesima preoccupazione del Governo, soprattutto in relazione alla condizione delle strutture sanitarie regionali.
Tuttavia non è davvero comprensibile come, allo stato attuale, la Calabria possa essere classificata sic et simpliciter come tra le regioni con più alto rischio d’Italia. I posti di terapia intensiva, ad oggi, sono occupati al 22% ed il rapporto tra tamponi e contagiati è del 10%, molto al di sotto della media nazionale.
Inoltre sono stati attivati solo una parte dei posti letto potenziali di pneumologia-covid a disposizione e, infine, resta da attuare il piano di riorganizzazione d’emergenza che istituisce decine di nuovi posti di
terapia intensiva e sub-intensiva.
Se è vero che, purtroppo, a causa dei gravissimi ritardi della governance sanitaria a tutti i livelli, non è al momento possibile realizzare di sana pianta i nuovi posti di terapia intensiva previsti, certamente si può lavorare con celerità per la realizzazione di tutto il resto, a partire dal rafforzamento delle strutture territoriali le quali, di fatto, sono nelle medesime condizioni del marzo scorso.
Caro Presidente, caro Ministro, da uomini delle Istituzioni credo possiate facilmente comprendere come, nelle condizioni attuali, l’essere classificati come “territori ad alto rischio” risulti del tutto inaccettabile e beffardo agli occhi dei calabresi, e lo è ancor di più per noi che rappresentiamo le comunità e le Istituzioni.
La Calabria non ha luoghi oggetto di grandi assembramenti, ed anche nelle nostre principali città non insistono metropolitane affollate o gallerie commerciali in cui si accalcano gli acquirenti. Le economie dei nostri centri urbani, che dovrebbero centri della diffusione del contagio, sono fondate sul piccolo e medio commercio, presso il quale non è affatto complicato pretendere il distanziamento ed il rispetto della normativa di sicurezza. Al contrario, chiudere temporaneamente queste attività strutturalmente fragili per la seconda volta nello stesso anno significherebbe, di fatto, sterminarle, aggravando le condizioni di una economia già estremamente debole e preda dei ricatti della criminalità organizzata.
Non abbiamo alcun dubbio sul fatto che l’intento del Governo sia quello di proteggere. L’invito accorato è di farlo dando ascolto alle istanze territoriali di chi, al vostro fianco, sta lottando a mani nude contro la diffusione del virus, a partire dalla Conferenza dei Sindaci.
La Calabria merita un piano di guerra, una guerra lampo, che non preveda la chiusura delle attività ma bensì lo sblocco e la semplificazione di tutte quelle procedure, tornate farraginose e complicatissime subito dopo l’inizio della “fase 2”, al fine di assumere personale per le strutture territoriali ed ospedaliere, di acquistare attrezzature e di realizzare quel minimo di lavori necessari per allestire luoghi dignitosi e sicuri in cui accogliere e curare i cittadini che saranno contagiati nelle prossime settimane. Oltre ai reparti già individuati presso gli hub o gli spoke, il territorio calabrese – nostro malgrado – è disseminato di strutture sanitarie non più in funzione, che sarebbe semplicissimo allestire per l’accoglienza e la cura, sperando che non se ne manifesti mai il bisogno.
Al contrario, l’ipotesi che sembra sia al vaglio del Governo rappresenterebbe – dopo anni di commissariamento e di “decreto Calabria” – l’ultima, insopportabile beffa per una comunità regionale che, invece, lotta dignitosamente per risollevarsi nonostante le carenze strutturali generate dalle profonde disattenzioni del passato.
Certo di positivi riscontri, vi porgo i più cordiali saluti e vi auguro buon lavoro.
Corigliano-Rossano, 04/11/2020

Il Presidente della Conferenza dei Sindaci della Provincia di Cosenza

Flavio Stasi

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