DONNICI: MANDATORICCIO NON È RAZZISTA

SINDACO INVITA MANOCCIO AD DIBATTITO PUBBLICO COSÌ POTRÀ DARE CONTO DEL SUO INUTILE RUOLO

La comunità di Mandatoriccio vanta una storia di emigrazione e di accoglienza, di integrazione e di solidarietà che non teme smentite perché essa affonda le proprie radici fin nei secoli passati. La nostra è terra di emigranti per generazioni, oggi testimoni di sacrificio, di cultura, di lavoro e di meritato riscatto sociale ed economico in tante regioni d’Europa e del mondo. Ed il nostro, oggi, vuole e sa essere, nelle regole e nel rispetto anzitutto dei migranti e dei residenti, un territorio di sana ed equilibrata accoglienza rispetto a quanti purtroppo fuggono da guerre ed emergenze umanitarie epocali. È soprattutto per queste ragioni che risulta gravemente offensivo oltre che fondato su un evidente tentativo strumentale, demagogico e di totale disinformazione l’intollerabile intervento di Giovanni MANOCCIO nel suo inutile ruolo di delegato regionale all’immigrazione, apparso nei giorni scorsi sui media.

È quanto dichiara il Sindaco di Mandatoriccio Angelo DONNICI invitando lo stesso MANOCCIO ad un dibattito pubblico nel quale il delegato regionale all’immigrazione potrà semmai cogliere l’occasione per tentare di spiegare in che cosa consisterebbe il suo ruolo, considerato che non ha mai incontrato i comuni e dando magari conto di cosa ha fatto per quelli abbandonati del Basso Ionio Cosentino o, ancora,  di quello che sta facendo per la questione migranti che le amministrazioni comunali e la comunità locali, al di là delle chiacchiere o della retorica, si vedono letteralmente scaricare su di loro.

A dire il vero – va avanti il Primo Cittadino – ci saremmo aspettati che MANOCCIO, nel ruolo che pomposamente rivendica ad ogni occasione, si fosse doverosamente messo in contatto con il Comune di Mandatoriccio per accertarsi, per documentarsi e per attestare al Sindaco, alla Giunta ed alla Comunità un minimo di vicinanza e di garbo istituzionale, non fosse altro per elargire suoi eventuali suggerimenti, che avremmo gradito e valutato nel merito. Invece nulla, nemmeno una telefonata di cortesia. Salvo poi dover essere costretti a leggere sulla stampa un suo attacco volgare alle istituzioni democratiche locali, alla intera popolazione ed in particolar alle donne, ingiustamente accusati nientemeno che di razzismo!

Invero, non abbiamo remore nel ricordare a MANOCCIO – continua – al quale per sfortunata coincidenza i miei concittadini hanno affidato perfino i loro voti alle ultime elezioni regionali, che egli, da renziano convinto, parlava sempre contro i capi corrente all’interno del PD (conserviamo ancora le sue accese dichiarazioni stampa), ma che oggi, non entrato in Consiglio Regionale, ha subito optato per un suo ingresso nelle stanze regionali dalla porta di servizio della nomina, anzi dalla finestra, come è prassi nella  vecchia logica spartitoria; e lo ha fatto senza lasciare spazio ai tanti giovani che con passione rottamatoria hanno sostenuto Renzi per realizzare con i fatti il tanto predicato rinnovamento generazionale.

Adesso, da nominato alla Regione Calabria, MANOCCIO che non è stato eletto da nessuno, si arroga addirittura il compito di poter definire antidemocratico un sindaco democraticamente eletto o di dare lui stesso patenti sulla base di titoli e ruoli che non esistono e che non ha. Egli – conclude DONNICI – ha purtroppo dimostrato di preferire l’invettiva mediatica invece di interfacciarsi direttamente con i territori com’era suo specifico dovere. Cosa che non ha fatto sicuramente nel caso di Mandatoriccio. Altrimenti MANOCCIO avrebbe evitato la pessima figura fatta, prendendo atto del fatto che nella delibera approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale cittadino, e quindi anche con i voti del Partito Democratico, nonché condivisa dai sindaci del territorio presenti, si invoca ed afferma il principio dell’accoglienza diffusa dei migranti secondo le indicazioni dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI). Mandatoriccio è – conclude DONNICI – era e rimane per l’accoglienza diffusa ed è contraria a forme di trasferimento dei migranti trattati come pacchi postali in una logica che, di fatto, diventa utile solo per chi fa business economico e risulta invece contraria alla stessa invocata integrazione degli ospiti con i territori ospitanti. – (Fonte: Lenin MONTESANTO – COMUNICAZIONE & LOBBYING)

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