■Antonio Loiacono
Da oggi il rumore dei treni lascia spazio al silenzio dei cantieri lungo la costa ionica calabrese.
Tra Sibari e Crotone, la circolazione ferroviaria è sospesa: non un’interruzione improvvisa, ma un nuovo capitolo di un percorso di lavori già iniziato nei mesi estivi, quando la tratta era stata chiusa per i primi interventi di adeguamento. Ora, con l’autunno, la trasformazione entra nella sua fase più intensa e decisiva.
Rete Ferroviaria Italiana prosegue il suo piano di modernizzazione e potenziamento della linea jonica: circa 170 chilometri di binari che collegano Sibari a Catanzaro Lido, attraversando territori splendidi e spesso dimenticati.
La chiusura odierna della tratta Sibari–Crotone consentirà i lavori di consolidamento di ponti, sottovie e travate metalliche, insieme alla manutenzione profonda dell’infrastruttura, in vista della futura velocizzazione della linea.
La circolazione tra Crotone e Catanzaro Lido, invece, era già ripresa a metà settembre, dopo i lavori estivi che avevano interessato la galleria di Cutro e le variazioni altimetriche del binario, interventi propedeutici all’elettrificazione.
Il progetto, sostenuto dai fondi del Pnrr, rappresenta uno dei più ambiziosi interventi ferroviari in Calabria.
Oltre 362 milioni di euro di investimenti complessivi, suddivisi in:
-200 milioni per l’elettrificazione completa della linea Sibari–Crotone–Catanzaro Lido,
-56 milioni per l’installazione del sistema di sicurezza ERTMS,
-106 milioni per il consolidamento strutturale delle opere d’arte, indispensabile per l’aumento della velocità e dell’affidabilità del servizio.
Sui terreni che costeggiano il mare, gli operai lavorano alla posa dei pali per la trazione elettrica, alla costruzione delle tre sottostazioni energetiche e alle bonifiche di ordigni bellici risalenti alla Seconda guerra mondiale.
Un lavoro silenzioso, spesso invisibile, che tuttavia ridisegna il futuro della mobilità nel Sud.
Nel cuore del progetto, anche la stazione di Crotone vive una sua rinascita.
Gli interventi di riqualificazione degli spazi interni ed esterni, il miglioramento dell’accessibilità e la creazione di aree più accoglienti per i passeggeri sono parte di una visione più ampia: restituire alla ferrovia il ruolo di porta viva e moderna della città.
I lavori, destinati a proseguire fino al 2026, si muovono in perfetta sintonia con le scadenze fissate dal Pnrr, puntando a una Calabria finalmente interconnessa con il resto del Paese.
Durante la chiusura, i treni regionali saranno sostituiti da bus che effettueranno tutte le fermate intermedie, mentre gli Intercity diretti in Puglia viaggeranno sulla linea tirrenica, con collegamenti garantiti da autobus tra Catanzaro Lido e Sibari.
Le corse potrebbero richiedere più tempo, e i posti disponibili saranno inferiori rispetto ai convogli tradizionali.
Un disagio, certo, ma anche un sacrificio necessario per la rinascita della mobilità calabrese.
La chiusura della tratta jonica non è una parentesi di immobilità, ma un atto di fiducia nel futuro.
La Calabria, abituata ai ritardi e alle attese, ora lavora per colmarli.
E quando i treni torneranno a correre, più silenziosi e veloci, quei binari non racconteranno solo di rotaie rinnovate, ma di una terra che ha saputo fermarsi per ripartire meglio.
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