Cariati: troppi candidati Sindaci. Che idea di Paese? 

Si tratta di aver cura di Cariati come “bene comune”.

Cariati al pari di molti altri Comuni vive un pesante indebolimento della sua economia di prossimità. Troppe le chiusure di attività commerciali registrate nell’ultimo decennio. Ciò genera un forte fenomeno di impoverimento del tessuto sia economico che sociale. 

Il prossimo Sindaco di Cariati dovrà necessariamente avere un’idea chiara di visone del Paese a medio lungo tempo. Cioè deve costruire la sua candidatura fondandola su un progetto condiviso di comunità  e conseguente ricaduta economica a dieci anni. 

Tutto ciò dovrà ipotizzarlo sul piano tecnico e politico, conquistando la fiducia dei cariatesi e fissando un nuovo Patto con essi. Lui non andrà lasciato solo, perché dia risposte ai processi di desertificazione economica, guardando a Cariati come luogo di vita.

Per quanto mi riguarda il futuro di Cariati non potrà che trovare la sua forza sulla vocazione turistica e preziosa risorsa mare. Serve pensare, allora, a un progetto capace di riportare qualità ed equilibrio nella comunità cariatese, ruotando attorno alle due direttrici prioritarie. 

Non dimenticando di sicuro la valorizzazione del centro storico che registra, da una parte, la diminuzione dei residenti e il loro invecchiamento, accompagnato da una sensazione di solitudine e di isolamento. Per riuscire a cambiare passo occorre una pianificazione di interventi infrastrutturali e sociali nella direzione indicata, attraverso percorsi di sperimentazione da sviluppare a partire dal confronto con i bisogni e le potenzialità del territorio. 

Per farlo non si può che passare per Regione e Governo centrale. Per ovvie ragioni questo tipo di lavoro non potrà prescindere da una modalità di azione basata sui valori di sistema, della partecipazione, della condivisione con i cariatesi. 

Quest’ultimi mi appaiono come il convitato di pietra che nessuno nomina in vista della scadenza elettorale, seppure in fondo rappresentano i veri protagonisti del domani. Infatti, se Cariati vorrà ripartire si deve obbligatoriamente passare per i processi aggregativi della comunità.

Insomma, la salvaguardia e la rinascita di Cariati e del suo potenziale richiede che venga data nuova e maggiore importanza alla dimensione locale e venga riconosciuto il valore sociale delle attività economiche radicate nella prossimità. Serve che venga rafforzata quell’alleanza tra attori pubblici, attori privati e cittadini che, soprattutto in molti altri Comuni, ha contribuito a costruire paesi accoglienti e vivibili. Si tratta di aver cura di Cariati come “bene comune”. Personalmente ne sono convinto. 

Nicola Campoli 

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