
Calpesto e incrocio la storia di una comunità fatta di spessore e valori e ne prendo consapevolezza lentamente passo dopo passo.
Un felice viaggio solitario che mi affascina, alimentando l’immaginazione di un tempo passato, che vorrei tanto rivivere per curiosarci dentro.
Ogni spaccato che osservo e odore che percepisco ha un nome ben preciso e rappresentano un momento magico: il cui messaggio ha l’obbligo di “passare” di generazione in generazione.
Mi segna questo luogo incantevole, che si chiama Cariati, dove in passato la vita si svolgeva tra cavalli e cavalieri.
Ogni cosa ha memoria e abbonda di storia e esseri umani, che ne sono il prodotto diretto, i cui riflessi sono bene impressi nei tratti di chi ci abita oggi, ieri e domani.
Tutto ciò dovrebbe rappresentare quel minimo comune denominatore per evitare errori e puntare alla valorizzazione e promozione del posto.
Eppure tutto è congelato, perché non si sa vendere al domani facendo tesoro del tempo addietro, che non tutti hanno e su cui possono puntare.
Avanti Cariati … la stagione 2021 abbia inizio, non ce n’è per nessuno!
Nicola Campoli
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