Si è svolto ieri, di fronte a un pubblico attento, l’incontro – dibattito “Il No dei Territori”, promosso dal Comitato per il No, nato in città in vista del Referendum costituzionale proposto dal Governo Renzi. Organizzato dai referenti Domenico Formaro, Giuseppe Didonna e Concetta Cuparo allo scopo di spiegare ai cittadini cariatesi perché è necessario, domenica prossima, optare per il No alle modifiche costituzionali, l’incontro ha visto il contributo qualificato dello stesso Formaro per il movimento “Le Lampare”, di Francesco Forciniti, attivista Meetup Corigliano Calabro, di Francesca Pesce, attivista Meetup “Amici di Beppe Grillo” Crotone, di Assunta Scorpiniti, capogruppo consiliare del comitato Cariati Pulita. Tanti gli spunti di riflessione sulle ragioni del no, che al termine hanno suscitato un costruttivo dibattito in sala.
“Questa è la riforma dei poteri forti – ha affermato nel suo articolato intervento l’avvocato Pesce – sintomatica della crisi della politica che decide di eliminare il potere decisionale dei cittadini e toglie spazi di democrazia negandoci persino il diritto di eleggere i nostri rappresentanti in Senato, come hanno già fatto per le Province”. Il No alla ‘schiforma’, ha concluso Francesca Pesce, è per i nostri figli, affinché non diventino sudditi dei partiti e delle leggi della più becera finanza.
Mimmo Formaro, che ha coordinato il dibattito, ha esaminato le ragioni del no alla riforma negli aspetti politici, anche in riferimento al quadro internazionale; a suo avviso la proposta di legge mette in pericolo la partecipazione popolare e, con la scusa di non essere al passo con i tempi, favorisce solo i mercati finanziari e non i cittadini attanagliati da una crisi senza precedenti.
La Costituzione non è un testo qualsiasi, ha puntualizzato Assunta Scorpiniti, mettendo in risalto la “straordinaria chiarezza” del testo vigente, voluto dai Padri Costituenti in modo da far emergere dai contenuti tutto lo spirito democratico da cui è nato, con gli apporti di tante sensibilità; un valore di garanzia che viene meno con questa riforma, così limitante anche nella rappresentanza dei cittadini.
Un’operazione antistorica dei “nuovi padri costituzionali”, ha ribadito Forciniti, che toglie la rappresentatività ai cittadini portando una manciata di sindaci in Senato (la Calabria è tra le regioni che ne avrebbe di meno) che non risponderanno più alle istanze di territori, ma dei partiti che li hanno scelti. In nome di una velocizzazione dell’iter legislativo, ha sostenuto il rappresentante grillino, si sacrifica il dibattito democratico e il pluralismo istituzionale.
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