A chi giova il botta e risposta sui social che sta andando in scena da qualche settimana?
Si assiste con il trascorrere dei giorni a un inasprimento dei toni tra i diversi autori.
I post corredati da video e foto immortalano paesaggi di valore o contesti particolarmente degradati.
Purtroppo tutto vero. Chi potrebbe dire il contrario.
Il bello e il brutto di Cariati tristemente si sovrappone. Fanno a cazzotti fra di essi.
Basta a volte solo girare l’angolo e soffermarsi un attimo a guardare.
Cariati attualmente, e non solo oggi, offre uno spettacolo a tinte diverse.
Un atavico luogo comune che non si riesce a superare e che fa tanta rabbia.
Tuttavia il tempo non aiuta. È appena il caso di ricordare che la bella stagione 2019 è arrivata e non c’è più la possibilità di recuperare.
Quello che è stato è stato.
Chissà, però, se si riuscirà a difendere il difendibile.
Forse sarebbe il caso di finirla con la battaglia a colpi di post? Così facendo il paese si deprezza in termini di immagine?
A mio modesto parere ai villeggianti, vecchi e nuovi, i post interessano molto poco.
Sono invece i fatti quelli che contano, per niente i post. Tanto il partito storico di turisti, al quale sono iscritto da tempo, saprà fare le sue valutazioni. D’altronde, come li ha sempre fatte.
Lo sottolineo a conferma di ciò in cui ho sempre creduto: Cariati è così bella che è un vero peccato continuare irragionevolmente a farsi del male.
Al contrario, sarebbe il caso giammai di iniziare a darsi una mossa, altrimenti è inutile vivacchiare.
Bisogna fare qualcosina in più. La buona volontà non basta. Serve dell’altro e con molta urgenza.
I cariatesi sapranno poi fare le loro valutazioni politiche tirando le somme a un periodo piuttosto lungo di immobilismo che speriamo finisca molto presto.
Chi vuole capire . . . capisce.
Nicola Campoli
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