CALABRIA, FORMAZIONE PROFESSIONALE VUOTA

CALABRIA, FORMAZIONE PROFESSIONALE VUOTA ICHINO AGLI STAGISTI: CONOSCO BENE VOSTRA REGIONE NON IMPOSSIBILE ATTIRARE INVESTIMENTI STRANIERI FONTE: NEWSLETTER PIETRO ICHINO N.109 – 28 GIUGNO 2010 “Non è difficile, è semplicemente impossibile attrarre investitori stranieri in una regione come la Calabria, in cui persino i pochissimi imprenditori locali faticano a resistere.” – Ma non è così: i calabresi devono solo imparare a negoziare l’ingaggio degli imprenditori che possono venire da fuori. Questo è uno dei numerosi interventi degli stagisti calabresi in risposta al mio intervento apparso su Il Quotidiano della Calabria l’8 Giugno 2010 – Segue la mia risposta. Conosco bene la Calabria, se non altro per aver combattuto a Reggio una durissima battaglia giudiziale in campo civile e penale, durata ben dodici anni, contro il malaffare e la criminalità economica, subendo per questo a più riprese minacce mafiose; nel corso di quella battaglia ho conosciuto moltissimi calabresi di straordinaria capacità, onestà, dedizione al dovere (a cominciare dai magistrati che ho visto all’opera); ho visto in faccia la Calabria che anela a uscire dall’arretratezza economica e culturale, che ne è capace e lo merita; e ogni volta che l’ho vista ho pensato a quanto diversa da questa Calabria è la sua immagine diffusa fuori dai suoi confini. Voi dite che è impossibile attirare nella vostra Regione investitori da altre parti d’Italia e del mondo; vi rispondo che non è vero: la Calabria che ho visto e vedo potrebbe, con il suo capitale umano, essere un ottimo partner per mille imprese provenienti da fuori, se solo sapesse andare a cercarle in giro per il mondo, presentarsi con la sua faccia vera – tanto diversa dalla sua immagine stereotipata che va per la maggiore! – e soprattutto mostrare di essere essa stessa per prima a credere nella possibilità di diventare terreno fecondo per imprese innovative. Come? Innanzitutto mostrandosi disposta a investire e rischiare qualche cosa di suo insieme all’imprenditore che viene da fuori. E poiché la sua risorsa maggiore è il lavoro, mostrandosi disposta a investire e rischiare una parte del proprio lavoro, rinviandone la retribuzione a quando la scommessa comune sarà stata vinta. Pensate a come il denaro dei vostri stages sarebbe stato speso meglio se fosse stato destinato a sostegno di una campagna di questo genere su scala mondiale; e come verrebbe speso meglio il denaro oggi sperperato dalla Regione in formazione professionale vuota e senza sbocchi, se esso venisse destinato interamente all’addestramento specifico, on the job, di giovani impegnati in nuove intraprese; e come sarebbe speso meglio il vostro lavoro se, invece che in questi stages sostanzialmente privi di contenuto formativo, esso venisse investito in quelle intraprese, in cambio di una parte della retribuzione standard subito e il resto differito a fra due o tre anni, con gli interessi, quando la scommessa sarà stata vinta e gli utili incominceranno a fiorire. Se conoscete un modo migliore per convincere l’investitore non calabrese a investire nella vostra terra, non aspettate un solo giorno a metterlo in atto; ma se non ne conoscete di migliori, questo è quello che vi consiglio. Incontrerete sicuramente qualche sindacalista che vi ammonirà a non farvi ingaggiare sotto-standard e vi parlerà di dumping sociale; rispondetegli che non state facendovi selezionare e ingaggiare, ma siete voi che state selezionando e ingaggiando l’imprenditore di cui avete bisogno; e che gli state offrendo una joint venture destinata a far fruttare il vostro investimento entro pochi anni; spiegategli che, altrimenti, la sola alternativa è lasciare la vostra terra (è a questo che vuole costringervi? se non è questo, perché non vi dà una mano, invece di mettersi di traverso?). Comunque, se mostrerà difficoltà a capire il vostro progetto, non perdete troppo tempo per convincerlo: l’importante è che ne siate convinti voi e che riusciate a convincerne gli imprenditori migliori, da qualsiasi parte del mondo vengano, cui chiedete di portare know-how e capitali.

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