ALLA FINE VINCONO TUTTI

Chi ha vinto, anzi, stravinto, le elezioni amministrative, è fin troppo chiaro.

Piuttosto, chi ha perso? Mistero. Inglorioso. Forse

A 14 giorni dalla disonorevole legnata, e dopo aversi leccate le ferite (esercizio al quale è aduso da ben tre lustri), il Pd locale (ex Pds e Ds che non accomuneremo mai al glorioso Partito Comunista Italiano) risorge dalle ceneri ed analizza il voto del 5 giugno.

 “Non tutti i mali vengono per nuocere, e seppur la città di Cariati ha scelto altri lidi e progetti politici, il Partito Democratico, unica lista espressione di una forza politica nazionale, ha raccolto un’ottima affermazione elettorale rispetto al contesto regionale e nazionale dove lo stesso partito non ha conseguito i risultati sperati”.

E la gente? Quella gente che ha preferito, con la forza della matita, come dicevano una volta proprio i “figli spuri” di Berlinguer, che fine ha fatto?

E dove sono i numeri che, in democrazia, valgono più di ogni altra argomentazione?

Il Pd di Cariati, per dirla con tutta franchezza, non perde mai: vince sempre. Anche se la storia, ma è un dettaglio, riporta, almeno da 15 anni a queste parte, sonori “uppercut”, per dirla alla maniera della boxe.

Eppure, anche questa volta, il Pd ha vinto.

Vaglielo a spiegare agli elettori che in cabina si sono confusi votando Filomena Greco!

Dicono che  “il 33% delle preferenze accordate dalla cittadinanza, rapportato con le dovute proporzioni al 7% del risultato del Pd cosentino, rappresenta un ottimo punto di partenza, soprattutto per un forza politica che a Cariati è stata promotrice del modello del “centro-sinistra” vero e concreto, che ha allontanato rami e cespugli di chiara natura affaristica, prediligendo la politica degli iscritti, militanti e simpatizzanti rispetto ai “teatrini” della politica ad ogni livello”.

Ora, si dice che un orologio fermo segna, almeno due volte al giorno, l’ora esatta; ma si dice pure che una rosa, anche se la si chiama puzzola, continuerà a profumare di rosa: come il nostrano Pd, sospeso tra l’orologio e la rosa.

La realtà, invece, è ben diversa. Come sanno tutti i cariatesi.

I “comunisti”, come si chiamavano una volta, ma con grandissimo rispetto, per “conquistare” Palazzo Venneri avevano sempre bisogno di dare uno sguardo a sinistra, e cioè ai socialisti i quali, nel bene e nel male, hanno segnato, con il loro poderoso serbatoio di voti, la vita politica ed amministrativa di Cariati.

Dopo tre falliti tentativi, la trovata è stata quella di ritornare ad un vecchia alleanza col garofano appassito, gli acerrimi “nemici” fino all’altro ieri.

E  costruire un pastrocchio assieme al centro destra, in una grande ed appassionata adunanza, come quella degli alpini, che desse un colpo di spugna al passato.

Attenzione, quel passato è dietro l’angolo, e trascina con sé almeno dieci anni di gestione ignobile targata, ma guarda un po’, Partito socialista.

E rimorchia anche le livide e malevoli accuse di malgoverno espresse proprio dal Pd e, in prima battuta, dal candidato a sindaco de La Scelta, Alfonso Cosentino, il quale non aveva mai lesinato giudici caustici nei confronti dell’ex sindaco Filippo Giovanni Sero e, soprattutto, del suo “padrino” Leonardo Trento.

Cosa potevano fare i cariatesi?

Premiare l’inedito sodalizio che avrebbe continuato a spolpare Cariati?

Ma il Pd ha vinto. Ancora. Dopo aver vinto nel 2006 (meno di mille voti), nel 2011 (1657 voti pari al 30,8%) e qualche giorno fa con 1724 consensi (35,57%).

Viva il Pd? Macché!

Il Pd La Scelta, dove l’acronimo iniziale stava per Partito Democratico e, successivamente al terremoto del partito provinciale è diventato Progetto Democratico, raccoglieva anche i socialisti e parte del centro destra.

Un’alleanza da fra tremare il poso e le vene che si è scontrata col malumore della “gente” la quale, oggettivamente, non ne poteva più di cotanta arroganza.

Omettendo di citare la totale assenza di sindaco ed assessori in “mezzo” alla “gente”.

Nel 2011 il Psi riconfermò alla carica di sindaco Filippo Giovanni Sero con 1963 voti (36,25%): quasi tutti socialisti.

Adesso, nell’anno del Signore 2016, quei voti si sono persi.

E chi li ha persi se non il Pd (o il Psi, che fa lo stesso?)

La sinistra di casa nostra è collassata, segno evidente che nessuno si fida più dei partiti, ma nemmeno di certe facce.

Il risultato è che, spartendo la disfatta almeno per 3 (Pd, Psi e centrodestra), al Pd sarebbero andati poco meno del 15% dei consensi. Pochini.

Altro che “ripartire”. Da dove?

Non è meglio stare a casa?

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