Aeroporto S. Anna di Crotone, in queste ore, ritorna l’incertezza sul futuro dello scalo.

Certo, diventa sempre più triste raccontare delle vicende che interessano quest’area della punta della nostra penisola, che ogni giorno sembra, altresì, perdersi nella nebbia più fitta. E’ come scrivere di un territorio che continuamente deve “lottare” per vedere tutelati e salvaguardati i propri diritti. Diventa tutto molto stancante, al punto di rischiare, con il passare degli anni, di lasciare dei pezzi per strada, per non dire intere popolazioni senza risposte. Il disagio è crescente, nello specifico per le carenti infrastrutture che dovrebbero rendere, al contrario, più agevole il trasporto delle merci e delle persone. Bensì, nuovamente dall’Aeroporto S.Anna di Crotone, in queste ore, ritorna l’incertezza sul futuro dello scalo. Il personale è fortemente preoccupato e chiede che le Istituzioni pubbliche locali si esprimono sulla vicenda in modo definitivo, assumendosi le proprie responsabilità. Le Amministrazioni comunali dell’area devono in tutti i modi e con ogni mezzo, rafforzare il messaggio di rabbia dei cittadini e delle persone che prestano il proprio lavoro in aeroporto. Posso testimoniare di familiari che in piena stagione estiva, non si sa per quali ragioni, si sono visti spostare il proprio volo su Crotone dal Nord Italia, addirittura al giorno seguente. Sono cose inarabili che comportano esclusivamente forti penalità a tutta l’area, lasciandone i segni, al punto che la gente che viene in vacanza in zona può pensare un domani di lasciare stare, non incorrendo in inspiegabili imprevisti. La ricorrente domanda, per lo più provocatoria, che si sente in Italia: “troppi aeroporti?”, è solo uno dei segni delle incertezze, che derivano dall’assenza di pianificazione e dalla mancanza di visione a lungo periodo. C’è poco da fare, quest’area dello stivale del Paese non può assolutamente rischiare di restare senza uno scalo permanente, che lavori, nel limite delle sue possibilità economiche, durante l’intero anno. E’ come volere spezzare l’Italia in due parti. Per tanti rilevanti motivi, bisogna permettere alle persone che vivono nel basso jonio un collegamento diretto, verso il centro e il settentrione dell’Italia. E’ impossibile che una comunità e un territorio come quello delle province di Crotone e Cosenza, possano sopportare l’esclusione dello scalo dall’elenco degli aeroporti nazionali, con la conseguenza di una successiva chiusura del S. Anna Un aeroporto, quanto quello di Crotone, ha una funzione economica, sociale e territoriale. C’è la necessità di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media nazionali sulla fondamentale funzione dello scalo, alla luce anche delle caratteristiche geografiche dell’Italia, rispetto agli altri paesi europei. In questo contesto, è impensabile la chiusura dello scalo di Crotone, che rappresenta una porta verso l’Europa, per un’area che non vuole continuare a subire, e ad assistere, solo a cerimonie di chiusure, ma sente il desiderio di volere partecipare finalmente a un dibattito, che ponga al centro lo sviluppo e la crescita economica della Sibaritide. Perché non è affatto detto che l’Italia sia esclusivamente il Centro e il Nord, ma che il Sud, e questo Sud, deve gridare a gran voce la voglia di riscatto. L’orgoglio diventa il sentimento attorno al quale unirsi, affinché si possano far valere i diritti del territorio. https://mail.google.com/mail/images/cleardot.gif Nicola Campoli

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