Abbiamo saputo aspettare e adesso?!

Possiamo dire che ci siamo comportati molto bene in queste lunghe e difficili settimane

Siamo nella fase 2 dell’emergenza sanitaria, o meglio come ho sentito dire in giro siamo nella fase 1 e ½.

Dobbiamo vedere un po’ come si mette nelle prossime settimane in tema di eventuale estensione del contagio dal virus invisibile.

Nel frattempo, possiamo tuttavia dire che ci siamo comportati molto bene in queste lunghe e difficili settimane.

Abbiamo rispettato le regole, seppure a tratti in parte un po’ confuse, ma non ci siamo fatti prendere dalla solita polemica, osservando a menadito le norme.

Dobbiamo essere fieri e orgogliosi di aver superato la prova con molta maturità e anche per quanto mostrato come popolo nel lungo periodo d’isolamento.

Il silenzio delle città è stato assordante. E’ bastato affacciarci ai balconi delle nostre case per toccare con mano l’irrealtà. Qualcosa d’inimmaginabile.

Tutto questo tre mesi fa era un paesaggio umano a esclusivo appannaggio di una pellicola cinematografica.

Abbiamo spezzato, senza nulla fiatare, i legami con i nostri più cari affetti relegandoli, dove è stato possibile, al mondo virtuale, che in fondo non c’è mai piaciuto.

In tanti hanno continuato a fare il proprio dovere nel lavoro – dove sono tanti gli eroi e in più settori e non solo in quello sanitario – e come cittadini, provando finanche nel nostro piccolo a convincere gli iniziali scettici.

Forse adesso meritiamo un premio come italiani. Ci aspettiamo uno Stato più solidale e più sensibile verso i più deboli e anche nei confronti di quelli che per dignità non parlano.

Personalmente mi aspetto uno Stato che sappia affrontare il domani. Sappia fare sintesi e si ponga in modo responsabile nei confronti dei suoi cittadini, innanzitutto, provando a salvare posti di lavoro che in tanti hanno onorato e tenuti vivi anche se a distanza.

Le istituzioni devono mostrare serietà e concretezza. Solo con delle risposte certe e rassicuranti si potrà affrontare una crisi economica delle più terribili che ci aspetta all’orizzonte.

Una sfida importante che impegnerà tutti con la consapevolezza di dover governare un nuovo scenario che dovrà guardare molto avanti.

Nicola Campoli

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