Una raccomandazione molto chiara e fondamentale, in vista della scadenza elettorale, è assolutamente d’obbligo. Chi sarà chiamato dai cariatesi alla guida del Paese, da metà maggio in avanti, si prende una sola grossa responsabilità. Cioè di Cariati com’è.
Non come avrebbe voluto che fosse, né come nel frattempo sarebbe dovuta diventare. Chi governerà nel prossimo quinquennio la cittadina, perde completamente il diritto a lamentarsi dello stato delle cose.
I cariatesi non hanno alcuna intenzione di ascoltare il solito copione, che imputa a quelli di prima fatti e misfatti dello stato dell’arte. Alla fine verrà dunque giudicato, esclusivamente, per la sua capacità di cambiare lo stato delle cose e, quindi, la stagnazione che caratterizza da troppo tempo Cariati.
Non ci sarà dunque tempo da perdere nelle sterili ripetizioni delle puntate precedenti. Cosa, ahimè, già sentita e vista che a nulla ha portato. Anzi. Solo a uno strascico polemico che non ha avuto mai fine, peggiorando e incattivendo solo i rapporti tra maggioranza e minoranza e tenendo ben lontani i sentimenti del buon senso e bene comune.
Se il prossimo Primo cittadino vuole davvero difendere ed accrescere la sua credibilità, deve dimostrare non solo che sappia impegnarsi a governare, avendone le competenze politiche e professionali, ma anche che sia concentrato solo su quello.
Nicola Campoli
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