Violenza sulle donne. Istituire, in Calabria, un “Osservatorio Regionale”

La violenza sulle donne è un fenomeno aberrante e sempre più preoccupante, visto l’incremento significativo del numero delle vittime, che interessano anche la nostra Calabria. E, di certo non sono i pensieri di solidarietà, che comunque rappresentano un comportamento di stile, a sanare questa criticità, che presenta lati irrisolti e mai affrontati. Così come, non sono le beghe di palazzo, che sorgono fra componenti dello stesso schieramento politico, ad affrontare seriamente quella che è diventata una vera emergenza sociale. La petizione proposta dal centro-antiviolenza R. Lanzino di Cosenza, evidenzia con tutta chiarezza, il prevalere di una indifferenza non più sopportabile, nell’applicare l’art. 1 della Legge Regionale n. 20, che per l’appunto disciplina il sostegno ai centri di accoglienza per le donne in difficoltà. Ritengo quindi doveroso ribadire, che la politica regionale debba attivarsi in azioni concrete, che vadano non solo nella direzione di supportare i centri che operano nel settore antiviolenza, ma di istituire un “Osservatorio Regionale”, che si occupi di realizzare il monitoraggio degli episodi di violenza attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai centri-antiviolenza e dei servizi territoriali. Un impianto normativo quindi, che affronta in maniera organica il tema della prevenzione e del contrasto della violenza di genere e sui minori, aggiornando i dettati regionali alle nuove normative nazionali che disciplinano il patrocino a carico dello Stato (legge n.38/2009 sullo stalking e legge n. 119/2013 sul femminicidio). Suggerisco inoltre l’istituzione di un fondo di solidarietà, per finanziare i centri antiviolenza, le case rifugio, ed interventi volti a sostenere l’autonomia delle vittime ai fini dell’inserimento lavorativo, anche attraverso forme di sostegno ad iniziative imprenditoriali. La Regione, inoltre, potrà individuare, nell’ambito del proprio patrimonio, immobili da concedere in comodato d’uso ai centri antiviolenza, alle case rifugio. Così come la Regione, dovrà finanziare campagne di educazione e prevenzione a favore di minori e donne in posizione di rischio elevato, progetti di educazione destinati alle scuole e rivolti a docenti e genitori, progetti di formazione di operatori pubblici e del privato sociale. E’ in questa direzione, che il Dipartimento da me guidato in Calabria, intende lavorare, ed auspico che trovi accoglienza nell’attuale amministrazione regionale, condividendo questo nuovo percorso, convinta che la violenza non conosce alcun colore politico. Maria Josè Caligiuri Responsabile Dipartimento Diritti Umani e Libertà Civili di Forza Italia in Calabria

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