Vincenzo Fiorito vittima della SS106. Noi calabresi figli di “di un Dio minore” fino a quando rimarremo zitti!

Un uomo è morto a Strongoli, nel Crotonese, a causa di un incidente stradale lungo la strada Statale 106 Ionica. Lo scontro, avvenuto sotto al diluvio che in quel momento imperversava sulla zona e su tutta la Calabria, causa la morte di Vincenzo Fiorita di 68 anni di Strongoli, che si trovava a bordo di una Ford Focus che, per cause ancora da accertare, è andata a sbattere contro un pullman che procedeva nella stessa direzione e stava accostando per far salire i passeggeri. Inutili i soccorsi: è stato trasportato in ambulanza, ma è morto durante il trasporto verso l’ospedale di Crotone. Per fortuna sull’autobus c’era solo il conducente che non ha riportato ferite. Numerosi i disagi registrati anche per la viabilità già messa a dura prova lungo tutta l’arteria ionica a causa del maltempo. Il mio primo pensiero è rivolto alla famiglia Fiorita, ai parenti ed agli amici di Vincenzo: prima vittima della famigerata “strada della morte” nel 2014, martire in Calabria, defunto come tantissimi altri semplicemente per aver osato rivendicare il diritto alla mobilità. Siamo all’ennesima vittima dell’odiata S.S.106: una creatura che non ne vuole smettere di mietere vittime ma, anzi, come un dispetto, come una normalità, come un appuntamento semina paura e morte. Il puro calcolo matematico è impietoso: dal 2000 ad oggi sono più di 350 le vittime su questa strada maledetta. Quanti “Sogni spezzati”, quanta gioventù rapita agli affetti, quante poveri madri ancora devono piangere, quanta economia perduta, quanta povertà, quanto abbandono, quanta desolazione? Ad uccidere Vincenzo Fiorito, ed insieme tutti gli altri, è stato lo Stato, il sindacato, le promesse fatte e mai mantenute, l’ANAS, i vai esponenti di governo e parlamentari nazionali e regionali. A loro va la mia più ampia condanna morale per aver trattato sempre – continuando – questo problema con assoluta ed inenarrabile indifferenza! Tutti. Nessuno escluso. Così come non è escluso, anzi è certo, che Vincenzo Fiorita non sarà l’ultima vittima di questa strada… Per questa ragione credo serva una nuova Speranza, una nuova capacità di acquisire consapevolezza ed una nuova rinnovata volontà di affrontare questo straordinario problema irrisolto. Io non dimentico uno Stato che uccide i cittadini calabresi ed è per questa ragione che nei prossimi giorni non esiterò, anche dopo il dolore per l’ennesima vittima della “strada della morte”, di scrivere una lettera aperta al Presidente della Repubblica. Noi calabresi, noi jonici non siamo figli di “di un Dio minore”, ma lo saremo sempre fino a quando rimarremo zitti! Fabio Pugliese

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