TUTELA AMBIENTE, IN CALABRIA = ACCADEMIA PENISOLA OCCUPATA DA CEMENTO ABUSIVO E TRUCCATO RECORD: QUASI 1500 SCUOLE A RISCHIO CROLLO ROSSANO (Cs) Mercoledì 9 Giugno 2010 Una penisola occupata da cemento abusivo, truccato ed a rischio crollo. Altro che agricoltura e turismo di qualità! Con 1.428 edifici scolastici a rischio sicurezza, la Calabria torna agli onori della peggiore cronaca nazionale ed europea. Per responsabilità e connivenza, forse, di tutti. Non solo della Politica. Ecco perché, la presunta difesa dellambiente, assumendo posizioni ideologiche e dogmatiche, diventa, spesso, accademia per pochi e demagogia per tanti. Se dal Rapporto Lega Ambiente 2010 sullecomafia, la vecchia culla della Megàle Hellàs (lex Magna Graecia), ne esce con le ossa rotte, non di meno accade in seguito al monitoraggio fatto dal Ministero dellIstruzione i cui risultati sono stati pubblicati sulla testata economica il Sole 24 Ore nei giorni scorsi. Con cadenza ormai quotidiana, si viene aggiornati sui disastri compiuti negli anni dalle pessime scelte strategiche e politiche, avvalorate anzi richieste indistintamente da tutti o quasi, cittadini inclusi, evidentemente. Nella mappatura sugli edifici scolastici calabresi, commissionata dal Ministero, i parametri tenuti in considerazione sono stati: lagibilità, il collaudo statico e la prevenzione degli incendi. Nel corso della ricognizione, la Calabria si è confermata maglia nera nazionale. Per far fronte alla situazione di degrado degli edifici, il Ministero ha predisposto un piano di 358 milioni di Euro. Tuttavia la Calabria, pur essendo la regione con il maggior numero di scuole a rischio o che presentano particolari criticità, ha ricevuto solo poco meno di 13 milioni di euro per circa 28 interventi! Basterà questo importo a risolvere la problematica delledilizia scolastica a rischio? Forse no. Ma non è questo il punto. Dora in avanti, si smetterà forse di rilasciare concessioni edilizie truccate o a dismisura in una regione che primeggia per metri quadrati? Si inizierà a controllare le ditte che eseguono i lavori, soprattutto nel caso degli edifici ad uso pubblico? Si procederà col sanzionare pesantemente chi mette a rischio la vita altrui solo per aumentare il proprio margine di guadagno? Si recupererà limmenso patrimonio edilizio in dotazione, che seppur inutilizzato pesa sulle tasche del contribuente? Si inizierà a progettare strategicamente per il benessere di tutti e per lo sviluppo di questo territorio abbandonando il sistema clientelare? Altrimenti, restando così le cose quotidiane, quelle di tutti e vissute volute subite da tutti, ogni presunta difesa dellambiente, dal no ai progetti di riconversione dei siti energetici ad una gestione diversa dei rifiuti, diventa soltanto accademia per pochi e demagogia per tanti. Tutto rimanendo così come è ora. E peggio di così, la Calabria non può augurarsi di andare in futuro.
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