TRIDICO ED IL “RINASCIMENTO” EUROPEO PER L’AUTO: FONDI E CASSA INTEGRAZIONE PER SALVARE IL SETTORE IN CRISI

Pasquale Tridico (M5S)

Antonio Loiacono

Pasquale Tridico, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo ed ex presidente dell’INPS, presenterà la prossima settimana un emendamento al bilancio generale dell’Unione Europea per la creazione di un nuovo fondo comune di cassa integrazione e sussidi destinato alle aziende del settore automotive in difficoltà e si ispira al modello di SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), ovvero un supporto per mitigare i rischi di disoccupazione dovuti all’emergenza: una cassa integrazione, volta a ridurre drasticamente le conseguenze di questa crisi sul piano occupazionale, che durante la pandemia ha garantito la sostenibilità sociale ed economica di molti Paesi europei.

L’obiettivo di Tridico (nuovo Niccolò Macchiavelli!) è quello di affrontare la crisi che ha colpito duramente l’industria automobilistica europea, con particolare riferimento alla transizione verso l’elettrico.

Tridico pone l’accento sull’importanza di affrontare la crisi con strumenti comuni a livello europeo. Secondo lui, senza misure coordinate tra gli Stati membri, le economie più vulnerabili – come quella italiana – rischiano di essere colpite in modo sproporzionato, come già accaduto durante la pandemia. A differenza del Covid-19, però, la crisi dell’automotive è in parte collegata alla transizione energetica e all’elettrificazione del settore, una sfida che coinvolge tutta l’Europa. La proposta di Tridico prevede dunque una doppia causale: gestire la crisi industriale e contemporaneamente sostenere la transizione verso l’elettrico, vincolando le aziende a realizzare gli investimenti necessari per ricevere i sussidi.

“La crisi del settore automobilistico in Europa – spiega Tridico – non è molto diversa da quella innescata dalla pandemia. La mancanza di un’azione collettiva rischia di amplificare le disparità tra i Paesi del Nord Europa e quelli del Sud, come l’Italia”.

Da noi, molte fabbriche, in particolare quelle del gruppo Stellantis (da Pomigliano a Melfi), sono già da tempo in crisi, questo potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per i circa 100.000 lavoratori a rischio.

Una delle particolarità del piano di Tridico è il vincolo legato alla transizione ecologica. Le aziende che richiederanno il sussidio dovranno impegnarsi ad investire nella conversione verso la produzione di veicoli elettrici, uno dei principali driver di cambiamento nel settore automobilistico. “Non possiamo semplicemente tamponare la crisi -afferma Tridico- Le aziende devono fare la loro parte nella transizione energetica, altrimenti non riceveranno i contributi”. L’obiettivo è quello di utilizzare il fondo non solo per fronteggiare le emergenze occupazionali, ma anche per favorire una modernizzazione del comparto industriale europeo.

In Italia, le fabbriche del gruppo Stellantis, come quelle di Pomigliano, Termoli, Melfi e Torino, sono da anni in difficoltà e gran parte dei loro lavoratori è in cassa integrazione da molto tempo. “Circa 100.000 lavoratori italiani, compreso l’indotto, sono direttamente coinvolti da questa crisi”, sottolinea Tridico, che spera di ottenere 10-15 miliardi di euro per il nostro Paese attraverso questo nuovo strumento europeo.

Tridico stesso riconosce che, nonostante il progetto sia a beneficio di tutti i Paesi europei coinvolti nella crisi dell’automotive (da Volkswagen in Germania a Skoda in Repubblica Ceca), sarà necessario un forte impegno politico, non solo da parte del Parlamento europeo ma anche dal Consiglio Europeo e dai capi di Stato, per portare avanti la proposta che non è, tuttavia, priva di sfide. Tridico ha riconosciuto che la creazione di un nuovo fondo comporterebbe la nascita di nuovo debito comune europeo, un tema sensibile soprattutto per i Paesi del Nord Europa, più riluttanti a condividere i costi della crisi. Tuttavia, l’ex presidente dell’INPS è convinto che il problema dell’automotive tocchi tutti i Paesi membri e che un’azione collettiva sia indispensabile. 

Questa sorta di “Rinascimento”, pensato da Tridico, segna un passo importante verso un futuro più sostenibile per l’industria automobilistica europea. Il fondo, se approvato, potrebbe garantire non solo un sostegno immediato ai lavoratori colpiti, ma anche promuovere la transizione verso l’elettrico, fondamentale per la competitività del settore nel lungo termine. Tuttavia, il successo dell’emendamento dipenderà dalla capacità di Tridico e dei suoi alleati di ottenere il consenso necessario tra i partner europei, bilanciando interessi nazionali e necessità collettive.

Per ora, l’industria automobilistica europea ed i suoi lavoratori attendono con ansia che l’Europa faccia un passo avanti nella gestione di una crisi che non può essere ignorata.

 

 

 

 

 

 

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